Il vero biologico non vuole la mano dell’uomo
Scritto da Hubert Bösch
Quando scegli la frutta o la verdura in un negozio che criterio usi?
C’è chi sceglie la mela più bella e lucida perché l’occhio vuole la sua parte e chi sceglie quella piccola e brutta perché appare più naturale.
La mela bella attira perché in Natura di solito la bellezza coincide con equilibrio, forza e salute. Sarebbe una scelta istintivamente giusta, se non fosse che l’uomo, nelle coltivazioni, anche biologiche, spesso stravolge le condizioni naturali e crea squilibri. La pianta squilibrata viene facilmente attaccata da parassiti e chi la coltiva deve intervenire per sopprimerli.
Così facendo elimina i sintomi, ma lo squilibrio rimane, e noi lo portiamo nel nostro corpo quando mangiamo la mela, insieme a eventuali residui di antiparassitari. La mela brutta e piccola forse non contiene residui, ma probabilmente non è neanche frutto di una pianta sana.
Coltivare alimenti sani vuol dire far crescere le piante in piena salute, capaci di difendersi da sole. Se dovessero ammalarsi, allora si interviene sulle cause e non ci si limita a sopprimere i sintomi. Immagina come sarebbe bello e salutare mangiare solo alimenti provenienti da piante in equilibrio, in piena salute e cariche di energia. Quanti mali potremmo risparmiarci, quanto potremmo sentirci meglio ed essere più vitali. Questo dovrebbe essere l’obiettivo di un’agricoltura sana.
L’agricultura olistica si ispira alla Natura e cerca di creare condizioni ideali per le piante dal punto di vista materiale, energetico e metafisico.
Approccio olistico
Numerose persone oggi seguono un approccio olistico per la propria salute, curando il cosiddetto terreno, l’alimentazione e lo stile di vita, sostenendo l’energia vitale e riequilibrando emozioni e pensieri.
Perché non scegliere anche per la salute delle piante una visione globale che tiene conto di tutti questi aspetti?
Per analogia il terreno è l’insieme delle condizioni del suolo. L’alimentazione viene determinata dalla presenza e disponibilità di humus e di altre sostanze, lo stile di vita è determinato dalle pratiche colturali. L’energia vitale della pianta dipende da quella presente nel terreno e dalla varietà di pianta.
Anche l’aspetto mentale è presente in qualche forma, come dimostrano le ultime scoperte della scienza sull’intelligenza delle piante.
Possiamo interagire con la pianta anche a questo livello: un esempio è il pollice verde. Ne consegue che abbiamo la possibilità di aiutare le piante a crescere in piena salute non solo a livello materiale, ma anche sul piano energetico e metafisico. Possiamo imparare dalla Natura stessa come fare. È sufficiente osservarla, vedere come funziona, comprendere i principi e applicarli alle coltivazioni. Detto così sembra molto semplice e lo sarebbe, se fossimo curiosi e abituati a osservare e comprendere la perfezione della Natura.
Purtroppo siamo cresciuti in un mondo reso talmente complicato dall’uomo che non riusciamo più a capire la semplicità della Natura.
La Natura come esempio
Osserviamo una foresta tropicale: funziona tutto alla perfezione da millenni, nonostante parassiti, predatori e tutta una serie di eventi avversi.
La folta vegetazione filtra la luce e la pioggia e crea, per il suolo, condizioni ideali per lo sviluppo di migliaia di forme di vita, sia sulla superficie che dentro la terra. Organismi e microrganismi producono gratis humus, anidride carbonica e altri nutrienti per le piante e migliorano la fertilità del terreno.
Il loro lavoro crea le condizioni per la crescita rigogliosa delle piante e così il ciclo si chiude a vantaggio di entrambi. Il terreno, grazie alla presenza di tanta vita, si carica di energia vitale. La pioggia viene energizzata dalle piante che incontra, prima di essere immagazzinata nel terreno. Ogni pianta e animale presente costituisce un diffusore non solo di energia, ma anche delle sue qualità intrinseche.
Così si crea un equilibrio dinamico che funziona da tempi immemorabili per mantenere l’ecosistema stabile. Almeno fino a quando non arriva l’unico parassita che è in grado di distruggere questo meraviglioso equilibrio: l’uomo.
Disboscando, non distrugge solo la vegetazione ma anche la vita nella terra, l’energia vitale e la memoria accumulata da una miriade di esseri viventi.
“Agricultura” olistica
L’”agricultura” olistica si ispira alla Natura e cerca di creare condizioni ideali per le piante dal punto di vista materiale, energetico e metafisico.
Si comincia dalla vita nella terra che va protetta dal sole e dall’erosione, tramite pacciamatura e/o colture che coprono il terreno.
Non solo, va nutrita con l’apporto appropriato di sostanza organica.
Con adeguate pratiche colturali possiamo accelerare il processo di rinaturalizzazione del suolo. Una volta che il terreno ha raggiunto un buon equilibrio e un’ottima fertilità, le piante trovano le condizioni ideali per stare in salute e praticamente non hanno bisogno di trattamenti. Finalmente potremmo mangiare alimenti veramente sani e non solo liberi da pesticidi.
Ambiente energetico-spirituale
La particolarità dell’approccio olistico all’agricoltura consiste nel prendere in considerazione anche le necessità energetiche e metafisiche delle piante.
Come esseri viventi intelligenti, hanno bisogno sia di una adeguata carica energetica che di un ambiente salubre dal punto di vista spirituale, per poter esprimersi al meglio.
L’energia vitale non è distribuita uniformemente e il suo flusso può essere rinforzato e indirizzato. In tutte le antiche culture è stato studiato il comportamento delle energie sottili e sono nate scienze come il Feng Shui in Cina o il Vastu in India.
Anche in Europa, anticamente, l’aspetto energetico di un luogo era considerato fondamentale.
Chiese, palazzi e giardini sono stati progettati secondo i criteri della geomanzia.
Essendo state scienze e pratiche accessibili solo da pochi, in agricoltura non sono mai state prese in considerazione.
Semmai l’attenzione era rivolta alle stelle: anche loro hanno un’importanza. È tempo di prestare più attenzione a questo aspetto importante. In pratica, con vari accorgimenti si può aumentare l’energia vitale in una zona, in un territorio. Non solo con l’aiuto delle antiche scienze, ma anche con tecniche moderne come la radionica.
I campi formativi o morfogenetici, scoperti da Rupert Sheldrake, contengono informazioni che influiscono sul mondo materiale e il suo comportamento. Ciò significa che, diffondendo campi formativi, possiamo indirizzare il comportamento di animali e piante nella direzione desiderata. Ancora oggi affermazioni di questo tipo suonano strano ma è sempre la Natura che ci illustra che funzionano.
Ogni epidemia ha un andamento che inizia con una diffusione e una crescita esponenziale, ma a un certo punto comincia a decrescere e può anche scomparire completamente, come per esempio la peste in Europa. Come mai? Quando un certo numero di individui ha imparato a difendersi, si crea il campo formativo al quale possono accedere anche le altre persone, e potendo attingere così alle medesime informazioni e, quindi, autotutelarsi.
I campi formativi o morfogenetici, scoperti da Rupert Sheldrake, contengono informazioni che influiscono sul mondo materiale e il suo comportamento.
Ciò significa che, diffondendo campi formativi, possiamo indirizzare il comportamento di animali e piante nella direzione desiderata.
Campi bioenergetici
Il gruppo di ricerca Cosmoonda si occupa da circa 20 anni di utilizzo di un insieme di campi energetici e formativi che ha chiamato campi bioenergetici. Oggetti diversi sono caricati con energia vitale e con informazioni e agiscono come diffusori di questi campi. Nel settore agricolo esiste in particolare il prodotto “Belsuolo”, che viene distribuito sul terreno migliorandone così la carica energetica e la fertilità naturale. Invece il prodotto “Salute piante” viene irrorato periodicamente durante il periodo vegetativo, per rinforzare la salute delle piante e aumentare la loro difesa, ma può essere utilizzato anche in caso di malattia per conferire alla pianta l’energia e le informazioni necessarie per difendersi da sola.