CONDIVIDERE non competere

CONDIVIDERE non competere

Un fornaio che condivide è un fornaio felice

Ora, in questo preciso momento, viviamo ancora nel passaggio fra competizione e condivisione, ma credo fortemente che il futuro sarà solo condivisione.
Lo so, per molti – e a volte anche per me – sembra un’utopia, soprattutto quando immaginiamo di applicare questo concetto di compartecipazione a quelle situazioni dove, di mezzo, ci sono gli affari o il denaro.
Come proprietario di un’attività, condividere tutte le mie conoscenze o esperienze con una realtà del mio stesso settore e magari del mio stesso paese, potrebbe darmi un senso di preoccupazione e paura. È inevitabile: oggi chiamiamo le realtà che fanno lo stesso nostro mestiere CONCORRENTI. Questo dice tutto, concorrenti, correre con qualcuno per raggiungere un certo risultato o traguardo. Tuttavia il problema sorge quando vogliamo correre più veloce degli altri e raggiungere da soli la fetta più grande di mercato.

Maggior benessere non significa minor profitto

Siamo fornai agricoltori e con la nostra attività di Dovadola “Nel nome del Pane” lavoriamo portando avanti una filosofia ben chiara: il nostro scopo non è incentrato sul generare profitto ma sul creare un maggior benessere comune, ambientale, sociale e individuale.

Che senso avrebbe se tutte le esperienze e conoscenze che conseguiamo nel raggiungere questo scopo fossero soltanto per noi o rimanessero segrete?

Per avvicinarci all’obiettivo e stare tutti meglio su questo pianeta, vivendo in armonia con esso, una delle risposte fondamentali sta nell’imperativo “CONDIVIDERE”. Perché permette a chi intraprende questa via di non sentirsi solo: evitare errori già commessi da qualcun altro rende più veloce il percorso di crescita.

E se lo sviluppo continua a essere condiviso, si velocizzerà poi il processo di evoluzione di tutti, rendendo l’obiettivo meno utopico e più raggiungibile.

Il sapere è più grande se condiviso

Noi non abbiamo segreti perciò ad ogni domanda rispondiamo con tutto ciò che sappiamo. Quando invece non sappiamo, non ci permettiamo di dare pareri o giudizi, ma ci comportiamo esattamente come quando capita a noi di incontrare chi ha più esperienza: ascoltando, ascoltando, ascoltando e portando a casa nuovi saperi.
È successo così con Nicolas Supiot: lui è un fornaio contadino, un grande maestro, e ci ha insegnato come sviluppare una linea di pane fatto al 100% con le nostre mani (senza nemmeno l’uso di impastatrice). Anche l’amico Umberto Salussolia che ha lavorato con noi qualche mese, ha dato un suo contributo nello sviluppo di questa nuova pratica. È accaduta la stessa cosa quando abbiamo incontrato Salvatore Ceccarelli, Giovanni Dinelli, Stefano Tellarini, Stefano Benedettelli che, condividendo la conoscenza raggiunta grazie a ricerche e studi su grani antichi e panificazione, ci hanno dato la forza di scegliere con ancora più convinzione la via della panificazione usando solo pasta madre e grani antichi.

Il loro sapere condiviso ha generato altra cultura: sono le stesse preziose informazioni che arrivano a voi quando venite ai nostri laboratori di panificazione oppure quando in negozio chiedete informazioni sulle farine e sui grani oppure semplicemente quando mangiate il nostro pane.

Da soli si va più veloce, ma insieme si va più lontano

Poi c’è il gruppo “Il pane della Terra” che è stato di immenso aiuto. Fornai contadini del territorio italiano che coltivano cereali e li trasformano in pane direttamente in azienda, usano forni a legna vecchio stile (c’è addirittura chi se li auto-costruisce) e molti di loro hanno un mulino. Grazie alla ricerca e alla sperimentazione hanno ottenuto un’ampia competenza su macinatura, tipo di pietra, valli per la setacciatura e tanto altro. Incontrarsi con loro o semplicemente leggere l’infinità di informazioni che viaggiano sul gruppo whatsapp a cui siamo iscritti è per noi un dono inestimabile.
Due anni fa quando per la prima volta dovevo seminare il grano, mi è capitato tra le mani il Terminillo. Non lo avevo mai sentito nominare prima e non sapevo come comportarmi. Quanto seme mettere per ettaro? Era un grano con buona panificabilità? Grazie ai ragazzi del gruppo “Il pane della Terra” ho ricevuto alcuni preziosi consigli che mi hanno permesso di avere un buon raccolto; inoltre ho imparato la storia di questo grano, chi lo aveva creato, come e perché.

Siamo circondati da persone che hanno scelto la condivisione e la mettono in atto, concretamente, ogni giorno, persone che hanno fiducia nella conoscenza che si diffonde, e anche noi ormai non siamo più in grado di comportarci diversamente da loro.

Recentemente siamo stati a Roma per il riconoscimento dei tre pani sulla guida del Gambero Rosso dedicata al pane. È stato molto bello vedere come, anche all’interno di questo ambiente, l’attitudine e la voglia di condivisione fossero elementi di spicco. Il Gambero Rosso, grazie a questa guida, sta facendo un lavoro importantissimo: sta rimettendo il pane al centro della tavola e valorizza il lavoro del panettiere che da tempo era stato sminuito ai massimi livelli. Contemporaneamente sta agevolando la creazione di un movimento fatto di fornai consapevoli con un scopo comune: condividere le esperienze e fare cultura sul pane, per trasferirla alla comunità, donando informazioni e preziosi consigli da copiare.

Il Maestro o l’allievo: chi impara di più?

Se avessi mantenuto la vecchia modalità di paura della concorrenza probabilmente non avrei potuto godere appieno di questi scambi e soprattutto dell’entusiasmo che sento forte quando qualcuno si vuole avvicinare a questo nuovo modo di fare il pane. Mi è capitato spesso – e la reputo una grande fortuna – di ricevere colleghi o giovani intenzionati a intraprendere la via della panificazione con pasta madre “grani antichi”. A volte, dopo queste visite, mi faccio alcune domande e quella che preferisco è “chi ha ricevuto di più?”. L’amico che aveva bisogno di informazioni, sostegno e collaborazione o io che l’ho ascoltato, consigliato e sostenuto? Beh, spesso mi rendo conto che questo tipo di incontro mi lascia uno stato d’animo meraviglioso e ogni volta sono convinto di aver ricevuto molto di più di quanto sono riuscito a dare.

Sognando il futuro

Faccio un po’ come fa Francesco, con la sua Fattoria dell’Autosufficienza – anche perché ho visto che con lui funziona parecchio – e mi chiedo: come sarà il progetto della nostra Azienda Agricola Nel Nome del Pane nel 2030? Io sono un sognatore e siccome credo veramente che la condivisione di buone esperienze possa fare la differenza per un mondo migliore, mi piacerebbe molto riuscire a creare una sorta di progetto formativo dove poter accompagnare tramite l’esperienza diretta tutte le persone che sono intenzionate a sviluppare un progetto di filiera dal seme al pane. Creare una struttura che possa ospitare queste persone per alcuni mesi e renderle partecipi della nostra filiera, far loro vivere direttamente le varie fasi dalla preparazione del terreno, la semina, il raccolto, la molitura, la creazione del lievito madre, la panificazione e poter raccontare alle persone tutto il lavoro che c’è dietro a un buon pezzo di pane.

Se qualcuno è interessato ad aiutarmi nello sviluppo di questo progetto può scrivermi a: fabio@fornodovadola.it

Fabio Cappelletti
Fabio Cappelletti è nato e risiede a Dovadola (FC), nelle prime colline dell’Appennino tosco-romagnolo.
Da sempre è appassionato di boschi, fiumi, piante e tutto ciò che la natura crea. Le sue esperienze lavorative nel settore dell’allevamento industriale e in campo farmaceutico gli hanno dato la possibilità di capire di persona come funzionano certe tematiche, al giorno d’oggi. Di conseguenza, il suo processo naturale di crescita personale lo ha portato a cambiare il suo stile di vita. Fabio crede nel cambiamento e quotidianamente si impegna per realizzarlo. Da nove anni gestisce il Forno Biologico Cappelletti e Bongiovanni, l’attività di famiglia da due generazioni, panificando a pasta madre e utilizzando farine locali di grani antichi. Ha una grande passione che è quella di andare a cercare tartufi nelle nostre colline.

Per maggiori informazioni:

Telefono: 338 1459338 | Email: info@nelnomedelpane.it | Sito: Vai al sito

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La redazione di Vivi Consapevole in Romagna.