Evoluzione tecnologica o pericolo per la salute di tutti noi?
Roberto Venturi
Il 5G di cui negli ultimi mesi si sente tanto parlare è la rete di nuova generazione, il nuovo standard per la comunicazione mobile. Si è partiti nel 1991 col 2G per migliorare la qualità della telefonia mobile, poi col 3G per la connettività dati in mobilità.
Ad oggi, con l’attuale 4G, evoluzione di quarta generazione, possiamo utilizzare connessioni in mobilità con velocità e prestazione di tutto rispetto: possiamo infatti ascoltare musica, vedere filmati, videochiamare e altro ancora senza particolari problemi di qualità o latenze.
5G: Perché è stato introdotto?
Viste le già alte prestazioni del 4G, perché introdurre questo nuovo standard di quinta generazione?
Il 5G sarà fino a 20 volte più veloce dell’attuale rete 4G esistente: viene definito anche “internet delle cose”, perché consentirà di connettere fino a un milione di dispositivi per chilometro quadrato. Dispositivi definiti “intelligenti” quali automobili, TV, frigorifero, lavastoviglie, climatizzazione, domotica, giocattoli, presidi medici, etc.
L’utilizzo di questa nuova tecnologia di connessione deriva dal fatto che la porzione di spettro radio usata da 1G, 2G, 3G e 4G ad oggi è molto affollata, e presto non sarà in grado di sopportare la quantità di devices che si connettono ogni giorno.
Quali sono i reali pericoli per la salute?
Accettare o meno questa nuova evoluzione tecnologica, da un lato accattivante (in quanto promette sempre più servizi) dipende essenzialmente dal fattore sicurezza per la salute.
Sebbene ad oggi non ci siano studi epidemiologici sufficienti per testare gli effetti sulla popolazione di queste nuove frequenze 5G – definite onde di lunghezza millimetrica perché nella fascia di frequenza che arriva fino ai 300 gigaHertz – rimane forte la preoccupazione di una parte della comunità medico scientifica principalmente per queste ragioni:
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Il 5G implicherà un massiccio aumento dell’inevitabile e involontaria esposizione alle radiazioni wireless
Per far fronte all’enorme mole di dati richiesti per l’internet delle cose e per la difficoltà dovuta alla natura stessa delle onde millimetriche nell’attraversare ostacoli, verranno installate antenne distanti poche decine/centinaia di metri, coprendo piuttosto capillarmente il maggior numero possibile di aree urbane, strade, autostrade, ecc.
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Il 5G aumenterà fortemente l’elettrosmog
Queste onde millimetriche, oltre che ad avere bisogno di un numero maggiore di antenne radio per coprire varie aree, dovranno essere propagate con una potenza maggiore, per cui con forte probabilità l’attuale valore di campo elettrico 6 V/m passerà ai 61 V/m (valore massimo consentito da ICNIRP).
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Il 5G sarà sempre più capillare, ovunque, anche dove ora il 4G non arriva
Sono in esame progetti per la fornitura del 5G dallo spazio, ovvero con satelliti in orbita bassa e media della terra che copriranno aree più difficili, sempre con onde millimetriche.
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Il 5G potrà penetrare nel nostro corpo
Sebbene queste onde elettromagnetiche millimetriche abbiano una limitata capacità di penetrazione nel corpo umano (pochi millimetri) i principali bersagli, che preoccupano i ricercatori, saranno i nervi, vasi sanguigni, occhi, pelle e altre strutture conduttrici elettricamente che possono trasportare correnti indotte nel corpo.
Ci sono studi scientifici su dati epidemiologici, studi scientifici in vivo (Istituto Ramazzini), (National Tossicology Program), studi meccanicistici (C.N.R.) e centinaia di altri studi indipendenti che hanno già dimostrato che sia il 2G, che il 3G e ancor di più il 4G emettono onde in grado di favorire e determinare lo sviluppo di tumori e altro. Cosa ci riserverà il 5G che sarà 100 volte più potente del 4g?
Se ci prendessimo il tempo necessario per approfondire la conoscenza, anche solo di alcuni di questi studi sugli effetti negativi dei CEM (campi elettromagnetici), riusciremmo con molta più chiarezza e facilità a realizzare i rischi ai quali tutti noi, bambini, adulti, animali, veniamo sottoposti già da tempo.
Quella del 5G dovrebbe essere una scelta molto più oculata, non solo da parte dei governi ma soprattutto da parte della popolazione: sarebbe meglio capire e valutare i rischi prima di accettarla o perlomeno pretendere maggiori garanzie per la nostra salute, esigendo cioè investimenti per la ricerca preventiva da parte delle compagnie stesse, accantonando per qualche istante l’accettazione incondizionata del business tecnologico.
Sarà possibile difendersi dal 5G?
In collaborazione con vari medici, da oltre 15 anni mi occupo di consulenze sull’elettrosmog in ambiente domestico e lavorativo, bonificando gli ambienti ed eliminando o riducendo al massimo l’inquinamento da campi elettromagnetici (alte e basse frequenze).
Anche a fronte di queste esperienze sul campo posso solo confermare quello che tanti ricercatori sostengono e cioè che siamo attualmente (di già) esposti a livelli significativamente alti, all’inquinamento elettromagnetico.
Non dimentichiamo che sempre più persone soffrono di EHS (elettro iper sensibilità): sono soggetti che hanno raggiunto una debilitante ipersensibilità ai campi elettromagnetici, con sintomi simili alla sensibilità chimica multipla.
Questa elettro ipersensibilità rappresenta il campanello d’allarme di un nuovo problema che andrà sempre più aumentando e coinvolgerà purtroppo tutti noi: bambini e adulti.
Con l’installazione delle reti 5G a regime, saremo circondati a 360 gradi da onde wi-fi senza possibilità di difenderci (come possiamo fare adesso allontanandoci dalla sorgente dei ponti radio) se non col rinchiuderci come uccelli dentro una gabbia, la gabbia di Faraday, un sistema costituito da un contenitore in materiale elettricamente conduttore (o cavo conduttore) in grado d’isolare l’ambiente interno da un qualunque campo elettrostatico presente al suo esterno, per quanto intenso questo possa essere (anche se la vedo una soluzione abbastanza improponibile).
Ritengo che gli studi ad oggi sui campi elettromagnetici siano molto più che sufficienti per dover sostituire l’attuale principio di precauzione con quello di prevenzione.
Roberto Venturi
Ho 55 anni, una formazione informatica/elettronica e mi piace conoscere, ricercare, progettare costruire al fine di realizzare progetti atti a migliorare la qualità della vita in generale.
Svolgo attività di consulenze sull’elettrosmog in ambiente domestico e lavorativo. Il servizio è rivolto a privati cittadini, aziende, organizzazioni interessate a monitorare la sicurezza ambientale in luoghi di lavoro, abitazioni e zone residenziali, nonché in luoghi sensibili quali asili, scuole e centri sportivi.
Per maggiori informazioni: 329 1347124 – www.elettromagneticasolution.it
La legislazione italiana prevede una emissione pari a max 6 V/m per frequenze che vanno da 0 ad infinito, di conseguenza l’affermazione riguardante una emissione massima decuplicata non è corretta.
purtroppo da 6V/m siamo passati a 61V/m