Wasp risponde “Sì” e dà vita a un grande sogno: il progetto Shamballa
Massimo Moretti
Shamballa è un mondo felice. È un mito, forse il mito più antico, quello dell’Eden sulla terra o quello di Shangri-La, la comunità immaginaria dello scrittore James Hilton dove sono bandite tutta una serie di umane debolezze (odio, invidia, avidità, insolenza, avarizia, ira, adulterio, adulazione e così via).
La traduzione letterale di Shamballa è luogo di pace e serenità. Un luogo dove gli uomini dotati di sapere e saggezza usano tutte le conoscenze a disposizione per il bene collettivo.
Shamballa potrebbe sorgere ovunque: basta un gruppo di persone qualificate che si riunisce con l’intento di dar vita ad una città ideale. Da quando nel 2012 con WASP abbiamo iniziato a sviluppare un processo per dare una casa a tutti, a basso costo e impatto, ma ad alto confort, ci siamo accorti che esistono le conoscenze e le tecnologie per costruire senza sforzo non solo le case!
Le macchine sono i nuovi schiavi
Le macchine portano via lavoro all’uomo? Sì. Tuttavia, se usciamo dal concetto di competizione con le macchine, possiamo renderci conto che le macchine possono lavorare e l’uomo può vivere libero dai bisogni di base, dedicandosi alla crescita personale se può possedere quelle macchine.
Il nostro campo di ricerca è la fabbricazione digitale perché ciò che conta è il processo replicabile e la diffusione libera dei mezzi di fabbricazione digitale.
Se le macchine sono dell’industria portano via lavoro, se sono alla portata di tutti danno servizi!
Nel processo di sviluppo in questi anni WASP ha realmente stampato di tutto: oggi stiamo lavorando sulla stampa di polimeri che possono sostituire l’osso, metalli, cibi e plastiche riciclate, perché la plastica è un materiale prezioso. Ogni uomo dovrebbe averne alcuni chili per diritto di nascita e ogni milligrammo di quel prezioso materiale andrebbe rispettato e riciclato.
Costruiremo una città che sia un modello economico sostenibile
In 7 anni la possibilità reale di costruire una città con la stampa 3D ha preso forma.
Ora serve un luogo dove fare sorgere Shamballa. Sono appena stato a San Marino: sembra che il ministero dell’industria sia interessato a darci uno spazio dove costruire Shamballa ma anche altri comuni si stanno muovendo e noi siamo pronti.
In questo movimento incessante di sviluppo e scoperta l’obiettivo è sempre più chiaro: costruiremo una città che sia un modello economico sostenibile.
La pressione da sostenere indubbiamente è alta. Fare azienda, farla crescere, pagare le tasse e rispettare le leggi, resistere alla concorrenza di aziende super finanziate che producono in Cina, concorrendo con un costo del lavoro fra i più alti al mondo, e allo stesso tempo trovare le risorse economiche e mentali per progettare e costruire un mondo migliore, non è semplice.
In mezzo al “campo di battaglia” a volte è realmente difficile mantenere a mente l’obiettivo.
A volte ci si distrae: pagare stipendi e fornitori, mettere a norma tutto e rispettare le imposizioni di burocrazie cieche, sorde e autoreferenziali ci può far dimenticare che siamo qui per costruire Shamballa!
Quando la notte non si riesce a dormire perché qualcosa non va e serve una soluzione per la mattina dopo, quando la mente proprio non ce la fa più a pensare eppure la soluzione va trovata “adesso”, ecco allora che il pensiero di Shamballa ti salva. Tutto si ridimensiona e capisci che non siamo qui a lottare con mercato e burocrazia ma stiamo costruendo Shamballa.
Stiamo mettendo a punto un processo replicabile per costruire un luogo di pace e serenità dove ogni uomo abbia per diritto di nascita cibo, casa, assistenza sanitaria, energia, lavoro e sapere necessario a progredire sempre di più, in una spirale virtuosa che libera l’uomo dai bisogni esaltandone le qualità.
Basta ricordare ciò, focalizzarsi verso la direzione, e tutto il resto riprende la giusta dimensione.
Così se da una parte la felicità può essere un lungo giro in bicicletta nelle splendide colline romagnole rosse di colori autunnali, dall’altra se l’obiettivo è chiaro, si può essere felici anche in mezzo a motori e microprocessori, tasse, banche, bilanci e a volte collaboratori insoddisfatti.
La ricerca della felicità continua in giro per il mondo
Lo scorso mese abbiamo installato all’università di Damasco alcune stampanti per costruire protesi. Se Dio vuole, pagheremo un assegno per tre ricercatori dell’università di Damasco per sviluppare protesi mioelettriche. Decine di migliaia di persone ne hanno bisogno.
Oggi stiamo stampando una nuova casa costruita in terra e paglia realizzata con un nuovo sistema denominato “Crane WASP”, una stampante infinita grazie alla sua modularità.
Ieri abbiamo stampato, forse primi al mondo, una protesi in PEEK (tecnopolimero) direttamente da pellet medicale, un polimero impiantabile per costruire protesi di teca cranica.
La nuova stampante che può stampare Polipropilene riciclato ricavato dai rifiuti delle spiagge è in funzione. Le pale eoliche in Polipropilene riciclato girano e sono belle, i sistemi di coltivazione idroponica e acqua ponica realizzati con ceramica sono pronti.
La stampante per la ceramica c’è e i metalli li stiamo stampando proprio ora. Potremmo realmente stampare il colosso di Rodi in scala 1 a 1 e se non lo vorranno a Rodi potremmo ricostruirlo a Massa Lombarda… O perché non stampare la statua della libertà di 33 metri a San Marino?
E se tutto ciò lo abbiamo fatto noi smanettoni di campagna, se noi contadini in trasferta possiamo fare questo senza finanziamenti esterni cosa potrebbe fare un gruppo finanziato per costruire Shamballa, una città dove tutto è progettato, dove la tecnologia più avanzata è al servizio dell’uomo, non dell’economia, ma del bene collettivo?
Noi continueremo a mettere tutti i processi in un container e lo spediremo nel mondo così che Shamballa potrà prendere forma ovunque un gruppo di buone menti dotate di buona volontà si unirà per costruire un luogo di pace e serenità.
A volte mi chiedo se sono felice. Mi fermo, inspiro profondamente e sì, sono felice… Ma poi mi telefonano e devo andare… ah ah ah!
Massimo Moretti
È nato a Lugo nel 1959. Il padre era un contadino appassionato di meccanica e motociclette, la madre bracciante agricola. Maker e smanettone dalla tenera età di 6 anni, a 20 anni assieme a un amico fonda la prima società che si occupa di progettazione elettronica. Dopo avere sviluppato progetti per 30 anni, nel 2012 Massimo fonda WASP (World’s advanced saving project) con un gruppo di neolaureati in design del prodotto. Finanziando la ricerca tramite la vendita dei prodotti derivati dalla ricerca stessa, Wasproject sviluppa processi replicabili dal basso, collaborando con centri di ricerca in tutto il mondo per dare risposte ai bisogni di base dell’umanità.
Vedo il futuro nel ecovillaggi , vita in comunità in campagna,tornando ai valori fondamentali di vita.