Elogio alla vita

Elogio alla vita

Forse c’è bisogno di morire per comprendere il valore della vita

Autore: Andrea Gugliotta

Apro gli occhi e vedo mio padre alla finestra. Non riconosco il posto in cui mi trovo, così inizio a fargli domande: Dove sono? Cos’è successo? Mio babbo si avvicina e con voce pacata mi racconta l’accaduto: Andrea hai fatto un incidente in moto e hai sbattuto la testa, sei stato in coma 40 giorni. Io non ricordo nulla così chiedo chiarimenti. Mi porto le mani alla testa e sento delle garze e un tubo che fuoriesce.

Dopo 6 mesi di ospedale e un susseguirsi di interventi torno, finalmente, a casa con la prospettiva di una lunga riabilitazione.

Quando ho varcato la soglia di casa sono stato sommerso da un uragano di vita. Durante la mia permanenza in ospedale ho riflettuto molto e ho potuto comprendere quanto sia sottile e fragile il “filo della vita”.

Qual è il vero valore della vita e quanto spesso ci capita di non dargli la giusta importanza?

Mi sono diplomato e, visto che durante la mia permanenza in ospedale la logopedista mi ha sempre detto che la possibilità di recuperare le funzioni cerebrali risiedeva nell’allenamento, ho intrapreso la carriera universitaria. Ho deciso di diventare volontario di Legambiente. Ma mi mancava ancora qualcosa… Mi sentivo in debito con la vita per la seconda possibilità che mi aveva concesso.

Oggi, dopo 8 anni, sono felice di poter dire che sono diventato soccorritore di Croce Rossa e, nonostante il mio debito con la vita non lo salderò mai, credo di avergli comunque dato valore e di averla rispettata e onorata giorno dopo giorno.

Un nuovo Andrea

Scrivo tutto ciò dopo essere riuscito a elaborare il lutto. Sì, il lutto, perché l’Andrea di prima è morto, ora c’è un nuovo Andrea.

Quando, dopo il mio “lungo sonno”, ho iniziato a rendemi conto dei deficit che mi aveva lasciato l’accaduto sono caduto in un vortice di depressione e sconforto: non mi riconoscevo nella persona che mi si parava davanti allo specchio e purtroppo non ero più capace di ricordare le pagine di un libro e far di conto. Forse è stato il ricordo del “me di prima”, forse è stato per dimostrare ai miei genitori, ai miei parenti, ai miei amici o, semplicemente, a me stesso che non era cambiato nulla, fatto sta che è emersa in me una nuova forza, fino a quel momento insperata. Mi sono posto degli obiettivi e, una volta uscito dall’ospedale, ho ripreso la mia vita, un passo alla volta, riuscendo a fare le più piccole cose.

Quando mi sono reso conto della fortuna che avevo avuto ho smesso di piangermi addosso e ho iniziato a vivere “a pieno” la vita: gioire delle cose belle e vivere ogni attimo fino in fondo.

Non vorrei arrivare anziano chiedendomi se sono riuscito a vivere appieno gli attimi belli che ho trascorso.

La forza è arrivata quando ho capito che non dovevo aver paura della persona che ero diventato. Come scrive Dostoevskij: «Ama la vita più della sua logica, solo allora ne capirai il senso» e io ho iniziato ad amarla.

Vorrei riportare un’altra frase che mi ha aiutato a non mollare, che può essere d’aiuto a tutti coloro che si sono trovati in una situazione simile alla mia: «La vita è come una corsa in moto, nessuno sa quanta benzina il destino ha messo nel serbatoio. C’è chi nasce con il pieno e chi, senza saperlo, viene al mondo già in riserva. Ma che tu abbia il pieno o poche gocce di benzina non importa, quello che conta è andare sempre al massimo fino all’ultima goccia di vita».

Andrea Gugliotta

Mi chiamo Andrea Gugliotta ho 26 anni, sono nato e risiedo a Ravenna. Sono laureato in Tecnologie agrarie presso l’Alma Mater Studiorum”. Attualmente sono operaio presso un’azienda agroalimentare di Godo. L’aggettivo che più mi contraddi-stingue è “volenteroso”, infatti, sono volontario di Legambiente e Croce Rossa, a cui dedico gran parte del mio tempo libe-ro. Non avrei mai pensato che, in particolare quest’ultima associazione, potesse regalarmi tanto. Sono appassionato di ecolo-gia e di tutto ciò che la natura ci regala, infatti, cerco di aiutarla. Un’altra passione che ho scoperto, da quando ho intrapreso la dieta vegana, è quella per la cucina: mi diletto a preparare tanti piatti da far assaggiare ai miei ospiti.

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