Il dragone della paura e della morte

Il dragone della paura e della morte

Quante energie ti servono per illuderti di avere il controllo?

Prem Antonino


Quante energie impieghi ogni giorno, per avere l’illusione del controllo sull’ignoto?

Cosa c’è di più ignoto della morte? Domande forti, che invitano al silenzio e alla riflessione interiore.

Il mio intento è toccare il tuo cuore per arrivare a quelle zone d’ombra che forse non conosci ma che in realtà condizionano la tua vita. Un intento che nasce dal profondo desiderio di risvegliare in te nuova consapevolezza, per condurti a riconoscere e affrontare i tuoi blocchi.

Ti consideri veramente libero? Hai mai pensato quale potere abbia la paura della morte, nella tua vita? Quando non riconosciuta e affrontata può essere davvero devastante. È il momento quindi di levare il velo sulla madre di tutte le paure, la paura della morte.

Osserva attentamente ora, quali sensazioni suscita in te il termine “morte”. Repulsione, rifiuto, angoscia. Ironia, scherno. Pudore. Fastidio.

Ma cos’è realmente la morte? Quale esperienza ne hai?

Il dragone della paura della morte, così come identifica lo sciamanesimo una dinamica limitante, quando attivo paralizza l’azione. Tuttavia dona un’occasione imperdibile di evoluzione personale, attraverso la consapevolezza.

La chiave: vedere, riconoscere, integrare.

La morte nella cultura occidentale

Quanto sei consapevole che un giorno lascerai il tuo corpo fisico? Starai pensando che non c’è alcun bisogno di parlare della morte, adesso. Ne sei sicuro? Questo tipo di sentimento è solo un assaggio, la tua reazione al dragone della paura della morte.

Perché reagiamo così?

Vediamolo: la morte nella cultura occidentale.

In TV è spettacolo e dovizia di particolari. Nella malattia ogni sofferenza ne ha le sembianze. Il rito funereo ne fa dramma, con giorni di veglia al corpo senza più respiro. Disperazione. Perdita. Il lutto è a pelle, talvolta a vita.

In questo scenario, taluni giovani la sfidano per esorcizzarla. Uomini e donne non più giovanissimi si rassegnano ad attenderla, spegnendo in sé gioia e vitalità giorno dopo giorno. Educati a immaginare la morte come uno spaventoso salto nel buio. O peggio, la si tace. Perché la morte è ovvia quanto ignota, e nulla atterrisce più di ciò che non si conosce.

L’uomo non sa, non vuole sapere. Pensaci. Conosci te stesso? Hai passeggiato nella tua zona d’ombra? Sei un corpo fisico, o molto altro?

È la via della consapevolezza che percorro con te, in queste parole, invitandoti nella luce per liberarti da un falso tabù e timore inconfesso. Non ne hai bisogno.

I bambini insegnano. Essi non temono la morte.

Ne hanno memoria, che perdono crescendo nel condizionamento. Il bambino è libera anima fresca, fino a quando la cultura lo condizionerà.

L’adulto odia la morte. Prigioniero di un illusorio controllo, vive come non dovesse morire mai. Egli alimenta un paradosso nell’inconsapevolezza, generando fobie. Nota bene, non ti dico che la paura di morire di fronte a pericoli reali sia insana, anzi, è funzionale alla tua sopravvivenza. Ma la fobia è altra cosa.

Quando allora diventa tale, bloccando la tua azione?

Quando non vuoi vedere. Non vuoi conoscere, fare esperienza. La fobia così ti castra. Le zone d’ombra rimangono celate agli occhi del cuore. La tua evoluzione ferma.

Non puoi vivere per paura di morire.

Ogni progetto è minaccia, il futuro, l’azione fuori dalla tua zona comfort (ciò che conosci e credi di controllare) e lo stato di malessere è profondo. Ecco allora la tua occasione, poiché il male dell’essere è strumento dell’anima per attivarti su ciò che non vuoi affrontare.

Sì, perché fare esperienza dell’ignoto si può, e devi farla mentre sei vivo. Se ti chiudi ad essa, l’esistenza troverà il modo di percuoterti per fare il suo corso.

Quando l’anima si evolve

L’anima, non dimenticare, ha un compito: evolvere.
Per compierlo deve vivere libera, con gioia e leggerezza.
Non teme la morte.
Quel timore appartiene alla tua mente, educata da informazioni errate.

Non sei solo corpo fisico. Vivi gioendo alla vita e integra l’esperienza di morte come chiusura di un ciclo, senza paura, da uomo libero.

Nella tradizione sciamanica si usa accompagnare i morenti con riti e festa. L’anima avrà appreso dall’esperienza terrena, pronta a un altro ciclo dell’esistenza. Confortato da chi prima di te ha familiarizzato già con questo dragone, oggi puoi anche tu accedere a tecniche sciamaniche che ti mettano in contatto con l’energia della morte, per integrarla e mutarla in forza al servizio del tuo benessere. È la via di guarigione e libertà dell’essere.

Cogliere la bellezza della morte è consapevolezza.

Vivi per imparare e infine lasciare il corpo fisico, e la morte sarà conclusione appagante di un ciclo di madre natura.

Conosci il tuo vero Sé, con fiducia, per accogliere la morte come parte essenziale dell’esistenza.


Prem Antonino, lo sciamano dell’Amore.

Operatore olistico Trainer Siaf, n. ER1125T-OP L. 4/2013. Esperto in sciamanesimo, master Reiki, maestro di yoga, insegnante certificato dei 7 riti tibetani, esperto di digiuno e alimentazione alternativa. Studioso e praticante della sessualità sacra sciamanica e delle tecniche di ipnosi regressiva sciamanica. Ideatore di Love Shaman Way, scrittore, blogger, creatore di suoni e icaros per meditazioni e rituali sciamanici, artista. Guaritore dell’anima e libero ricercatore spirituale. Padre di Michelangelo e compagno di mama Alessia.

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La redazione di Vivi Consapevole in Romagna.