Chi è il vero romagnolo?
La Romagna è una terra “sentita” e non realmente esistente, almeno non sui confini geografici.
Su ogni cartina attuale troveremo l’Emilia Romagna come regione e non l’Emilia e la Romagna come terre separate. Eppure la terra di Romagna esiste eccome, così come i molti cuori che si sentono romagnoli.
La Romagna diventa una terra percepita e ritenuta reale dalle tante persone che si definiscono “romagnole” doc.
I confini virtuali della Romagna sono spesso frutto di disaccordo e si crea confusione su quali città ne facciano parte e quali no.
La Romagna nella storia: quali erano i suoi confini?
Da sempre i confini di Romagna sono oggetto di domanda: come definirla, come delinearla e dove apporre i suoi confini.
Già nel 1300 Dante Alighieri definì la terra di Romagna compresa “tra il Po, il monte, la marina e il Reno”.
Attualmente i confini la vedono racchiusa a nord dal Reno fino al mare, a sud degli Appennini fino ad arrivare allo sperone di Fiorenzuola di Focara, tra Cattolica e Pesaro.
È un quadrilatero che si affaccia sul mar Adriatico.
Storicamente, come era definita la Romagna? E chi veniva definito romagnolo? Quando nacque il termine Romagna?
I ritrovamenti storici dimostrano che i primi abitanti di questa terra risalgono all’età paleolitica, nella zona dell’attuale Monte Poggiolo.
In epoche successive, furono gli Umbri e gli Etruschi a costruire i primi insediamenti di epoche più recenti fino a che un popolo del nord Europa, i Celti, occuparono la Romagna, che passò sotto il loro controllo. L’occupazione fu pacifica e Umbri ed Etruschi rimasero presenti sul territorio. I Celti possedevano una buona organizzazione militare e si dimostrarono una stirpe civile e rispettosa. L’occupazione della Romagna fu un fertile e duraturo insediamento.
Il dialetto romagnolo vede le sue origini nel latino con un consistente substrato celtico, come rilevò il linguista Giacomo Devoto.
Con la costruzione della via Emilia, nel 181 a.C., i Romani lasciarono intendere ai Galli che il loro controllo stava avanzando e dopo pochi anni, furono i Romani a scacciare i Galli dalle terre di Romagna, dopo oltre tre secoli di permanenza gallica.
In epoca repubblicana e imperiale, durante la dominazione romana, la terra di Romagna vide susseguirsi diversi comandi ma tutti sotto il controllo romano. A nord, i Longobardi spingevano per occupare le terre dell’impero e la Romagna fu la terra di confine che non riuscirono mai a superare. Da lì nacque il termine Romagna.
Il territorio confinante, sottoposto ai longobardi, venne denominato “Langbard” da cui Longobardia (poi Lombardia).
La zona rimasta sotto il potere romano, che manteneva pressoché i confini dell’attuale terra romagnola, divenne per contrapposizione “Romandiola” da cui Romània e poi Romagna. Furono quelli i secoli decisivi per la caratterizzazione culturale, giuridica, folclorica e produttiva del territorio, ma soprattutto furono quelli gli anni in cui si creò la differenziazione con Bologna e l’Emilia. La cultura degli abitanti dell’attuale Emilia, grazie all’apporto longobardo, assorbì fortemente gli usi e i costumi degli occupanti.
I confini politici e i confini percepiti di Romagna
Storicamente la Romagna fu occupata da diversi popoli e nei secoli vide i suoi confini spostarsi spesso. Ancora oggi, i confini politici non coincidono con i confini geografici.
Alcune terre, assegnate alla regione Marche, si sentono in realtà più romagnole. Fiorenzuola di Focara, località citata da Dante, si trova sul promontorio di Gabicce. Questo punto rappresenta il confine storico geografico (non politico-amministrativo) che ancora oggi viene percepito come tale, tra Romagna e Marche, anche se ufficialmente è sotto la provincia di Pesaro. Questa è una delle tante ambiguità nella definizione di cosa è Romagna e cosa no.
Anche la cittadina medievale di Mondaino e la vicina Tavullia, che si trova politicamente nella regione Marche, si percepisce sulla linea di confine e avverte fortemente l’influenza romagnola. Sui confini a nord della Romagna, le idee sembrano più chiare. Ferrara, seppur facente parte del territorio, non si considera una città romagnola ed esula dai confini.
Ufficialmente, il confine a nord percepito che divide la Romagna dall’Emilia, è il torrente Sillaro, affluente del Reno, considerato la linea di confine ufficiale che delimita la Romagna.
Le credenze consolidate sui confini di Romagna
- Bologna non è la capitale della Romagna: la città bolognese rientra nei confini emiliani.
- Ferrara è una città che si trova a nord dei margini geografici dell’Emilia Romagna ma non si sente una città romagnola.
- Le vecchie targhe automobilistiche di Imola portavano la sigla BO (richiamo alla città di Bologna) ma Imola è considerata a tutti gli effetti dentro ai confini della Romagna.
- San Marino, stato indipendente, viene considerato da sempre come parte del territorio romagnolo.
- La Romagna è formata da molte realtà diverse, accenti di dialetto che cambiano nel giro di pochi km così come la famosa piadina, che viene preparata in modi diversi a seconda della zona: tutto questo non crea separazione, tutt’altro! È fonte per i romagnoli di crescita e maggiore condivisione.
- I paesi Romagnoli più popolati (con almeno 10.000 abitanti) che rientrano negli attuali “confini” sono: Ravenna, Rimini, Forlì, Cesena, Imola, Faenza e Lugo. E ci sono anche Riccione, Cervia, Cesenatico, Santarcangelo, Bellaria, Savignano, Cattolica, Bagnacavallo, Forlimpopoli, Misano, Alfonsine, Russi, San Mauro, Bertinoro, Massa Lombarda, Gambettola, Coriano, Meldola, Verucchio.
La vera Romagna
I confini della Romagna non sono mai stati e probabilmente mai saranno ben definiti. Perché?
Perché la Romagna è prima di tutto una terra “sentita” e chiunque si senta romagnolo ne fa parte.
Quando si fa riferimento alla Romagna, si pensa a una terra allegra, aperta al nuovo, conviviale, a volte un po’ chiassosa e accogliente. E non sono tanto le città che compongono il tessuto romagnolo, quanto le persone che con il loro spirito creano la Romagna. Persone che si sentono parte di questa terra e delle sue tradizioni, che le portano avanti, indipendentemente dalle generazioni.
La Romagna è una terra che ha costruito le sue tradizioni nel tempo, attingendo da diverse culture.
Ed è questa la sua forza: rimanere salda sulle sue origini ma allo stesso tempo sposarle con grande maestria con il nuovo che avanza.
La vera Romagna è quindi composta da tutti coloro che in Romagna ci sono nati, che in Romagna ci vivono, che ci hanno trascorso parte della loro vita, perché i profumi, gli odori, i sapori e i sorrisi di Romagna rimangono più impressi di qualunque linea riportata su una cartina geografica.
Questo lo possono confermare coloro che in Romagna ci hanno passato tutta la vita. I nostri anziani sono il tesoro che racconta, conserva e tramanda le tradizioni romagnole.
La terra di Romagna è ricca come i cuori delle persone che la abitano: c’è il mare, c’è la montagna, c’è la pianura. Insomma, c’è solo l’imbarazzo della scelta!
E allora, se non ti tiri indietro quando ti offrono un buon bicchiere di Sangiovese, se la piadina ti sembra un cibo quasi divino, se due battute in dialetto ti fanno sorridere… allora anche tu rientri nei confini della Romagna, anche tu sei un cuore romagnolo.
Scritto da Francesca Rifici
Vorrei fare una piccola postilla sul confine nord della Romagna. Non ci sono dubbi che il Sillaro sia il confine geografico della Romagna ma c’è una sottile linea di terra al di là del suddetto torrente che da sempre fa parte del territorio di Imola e quindi della Romagna, nonostante la sua collocazione geografica. Sto parlando della sua frazione Sesto Imolese e della striscia di territorio compresa tra il Sillaro e la via Dozza, che storicamente e culturalmente è sempre stato un contado della città romagnola e quindi sotto l’influenza di Ravenna fino all’Unità d’Italia. Prova estremamente evidente è il dialetto che si parla, molto diverso da quello della non lontana Medicina.
Sono diversi i territori alla Sn. del Sillaro che fanno parte della Romagna : ì Casoni di Romagna, S.Maria della Pianta, per citarli alcuni.
La Romagna dominata dal “Papato” venne a far parte del territorio esteso di ROMA. + MAGNA. La lingua latina, dominante in quei lontani periodi insieme alla Grecia davano i nomi alle località da loro dominate: Magna Grecia =(grande) Romagna = Grande Roma. In realtà quando vado al mare mi sento Romagnolo, quando torno a Bologna mi sento Bolognese…In realtà sono nato a FONDI (LT) – un saluto affettuoso e cordiale a tutte queste mie entità.
Silvano.