Intervista a Lucrezia Tomas – A cura di Valentina Balestri
Evocare un ricordo o un’emozione con legni di recupero, ferraglia arrugginita, metri da muratore consumati dal tempo… E un pizzico di mare.
Quando vedi un oggetto, a volte, ne rimani rapito.
Ti avvicini, lo tocchi.
E ti viene in mente qualcosa, un ricordo, un frammento di vita che corre lungo la schiena e diventa un brivido.
Poi, hai l’occasione di conoscere la persona che ha creato quell’oggetto, ci parli e capisci subito quanto di lei c’è in ciò che ha realizzato. Vedi le somiglianze!
Cos’è l’arte se non trasmettere qualcosa di tuo a ciò che crei, riponendovi e regalando a tutti gli altri un po’ delle tue emozioni, della tua vita?
Nelle creazioni di Lucrezia c’è un po’ di lei, del suo amore per il mare, e questo mi è piaciuto tantissimo.
Ciao Lucrezia. Dopo averti conosciuto, i tuoi lavori mi hanno incuriosita ancora di più. Ma prima delle tue creazioni, vorrei parlare di te. Ti va di raccontarti un po’? Chi sei, da dove vieni, quando è nata in te la passione per l’artigianato?
Chi sono? In una parola: una sognatrice! Sono nata e cresciuta a Torino, una città ricca di fascino e di mistero, che ha “nutrito” per anni il mio estro e la mia creatività.
La passione per l’artigianato è nata quando ero un’adolescente: mi piaceva girovagare nei mercatini delle pulci o per le vie secondarie del centro storico, alla ricerca delle botteghe artigiane che, letteralmente, rapivano la mia attenzione. Ho sempre avuto un “debole” per i manufatti e la storia che accompagnava la loro realizzazione.
Ora passiamo a Legni Damare. In cosa consiste la tua attività? Quali sono i materiali che utilizzi?
La passione e il desiderio di voler esprimere la mia essenza sono il motore della mia attività, che consiste nella ricerca accurata dei materiali e nell’elaborazione di come utilizzarli, trasformandoli poi in veri e propri oggetti d’arte.
Utilizzo solitamente legni di recupero, scarti di varie lavorazioni del legno, ferraglia arrugginita, metri da muratore usurati, pomelli di vecchi comodini, bastoni di ombrelloni ormai in disuso e tappi di sughero.
Come avviene la “trasformazione” da un oggetto recuperato a un’opera d’arte?
Non saprei. Avviene come per “magia”. Sento dentro di me un impulso che mi guida e mi permette di realizzare l’opera così come dev’essere, con pochi elementi, carichi di espressività.
La tua è un’attività di riciclo e riuso, temi molto seguiti da «Vivi Consapevole in Romagna». Come affronti queste tematiche anche nella vita di tutti i giorni?
Nel mio piccolo cerco di fare del mio meglio, ad esempio riutilizzo i barattoli di vetro, i sacchetti di carta del pane, i tappi di sughero del vino oppure le vecchie lenzuola, che diventano stracci per la polvere…
Dal tuo lavoro mi sembra di capire che sei molto legata al mare. Se è vero, ti chiedo perché…
Sì, sono molto legata al mare, perché mi scuote emotivamente, trasmettendomi una sensazione di potenza e libertà. Inoltre amo profondamente la sua “voce”, il suo rumore e il suo odore!
C’è una delle tue creazioni a cui sei particolarmente legata?
In realtà non sono legata a una mia creazione in particolare e la ragione è che sono legata a tutte le mie creazioni!
Sono una parte importante di me e, attraverso esse, vorrei suscitare emozioni ed evocare ricordi negli occhi dello spettatore che le osserva.
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