Podere Cimbalona: quando il biologico va oltre la terra ed entra nella mente – e nel cuore – delle persone

Podere Cimbalona: quando il biologico va oltre la terra ed entra nella mente – e nel cuore – delle persone

A Faenza, Daniele e Sara, coltivano il loro sogno insieme, educando alla cura non solo del campo ma anche – e soprattutto – delle relazioni, per costruire una comunità che si sostiene e si supporta vicendevolmente, con la volontà di realizzare l’agricoltura del futuro

Abbiamo intervistato Daniele Bucci e Sara Sansoni dell’azienda agricola biologica Podere Cimbalona, a cura della redazione

Visitare la casa e il podere di Daniele e Sara è stato magnifico. La fortuna ha voluto che fosse una splendida giornata di sole, trasformando la campagna romagnola in un dipinto dai colori vivi e lucenti. Ricordo ancora adesso il profumo dei fiori e le foglie sfavillare, ballando al ritmo del vento.

E poi, percepire sin da subito l’immensa passione, la gentilezza e l’entusiasmo nelle parole di questi due giovani imprenditori, vedere i loro occhi brillare nel presentarsi, nell’accogliermi e nel raccontarmi ciò che stanno portando avanti con il Podere Cimbalona, ha reso questo incontro davvero indimenticabile.

Ciao Daniele, ciao Sara, vi va di raccontarmi un po’ di voi? Cosa ha portato qui la vostra famiglia e quando avete capito che era questa la vita che volevate?

«Io qui ci sono cresciuto» – risponde sorridendo Daniele. «È la terra della mia famiglia. Già da piccolino, dopo la scuola, venivo sempre, ogni pomeriggio, per imparare a prendermi cura dell’orto. La mia passione per l’agricoltura è nata così, tra i racconti e gli insegnamenti del nonno e lo stupore continuo di vedere un germoglio crescere forte, ogni volta che lo annaffiavo, fino a diventare un albero. Questo interesse non mi ha mai abbandonato anzi, ha letteralmente condizionato la mia vita e, tutt’oggi, ne è parte fondamentale. La mia formazione infatti è verticalizzata: ho frequentato l’Istituto Tecnico Agrario Chimico Scarabelli Ghini a Imola, mi sono iscritto all’università di agraria e ho perseguito gli studi con un Master internazionale in orti-frutticoltura, per poi approdare nel dipartimento di culture arboree di Bologna. Nel frattempo ho continuato a lavorare nell’azienda agricola di famiglia, un ottimo banco di prova per mettere in pratica tutto ciò che stavo apprendendo negli anni.

Ho capito che volevo prendermi cura di questa terra a tempo pieno quando, un giorno, il mio professore dopo aver vinto una cattedra in un’università americana mi ha chiesto di seguirlo con un dottorato come ricercatore. Ho declinato l’offerta perché dentro me sapevo che il mio posto nel mondo era qui, insieme alla mia famiglia, in questo podere che oggi è la mia casa.

Da quel momento mi sono dedicato completamente ad essere il custode di questa terra, con la voglia di conoscerla e valorizzarla per dimostrarle tutto l’amore che si merita!

Avventurarmi verso questo destino con Sara è stato bellissimo: è da sempre la mia spalla, coraggiosa, positiva e generosa, e fin dalle scuole medie sapevo che sarebbe diventata la mamma dei miei figli. Non mi sbagliavo, perché dal nostro amore è nata Flora, la nostra meravigliosa bambina. E lo confesso, vederla crescere qui, in questo luogo incantato, circondati dalla natura, mi riempie il cuore di gioia.»

«È proprio così – continua Sara – questo podere rispecchia ciò che siamo, le nostre scelte di vita, ciò in cui crediamo e che stiamo insegnando a Flora: il rispetto per le piante, la terra, gli animali e per le persone, affinché lei stessa, come noi, possa lasciare un mondo migliore di quello che sta ricevendo in dono.

Sai, io sono un’educatrice e per anni ho lavorato a scuola. Poi quando è nata Flora ho capito che volevo essere presente e godermi ogni suo momento di crescita. Per questo ho scelto di non lasciarmi più assorbire dal lavoro e dedicarmi a questo progetto e alla nostra famiglia a 360 gradi. E ogni giorno, quando mi sveglio, so di essere dove voglio, con chi amo».  

È stupendo ascoltare le vostre parole e vedere scintillare i vostri occhi. Tutto ciò mi dimostra quanto siate legati alla terra e a ciò che portate avanti. Anche voi, come gli alberi che avete piantato in questi anni, avete messo radici qui, nel vostro “posto del cuore”. Ma è sempre stato così oppure lo avete plasmato nel tempo a vostra immagine e somiglianza?

«Quando ho preso in gestione questi campi – spiega Daniele – ahimè, erano molto diversi da come sono oggi. I nonni venivano dall’agricoltura convenzionale: poche colture, tutte uguali, con la produzione di massa come obiettivo principale. Di biologico non c’era neppure l’ombra! Poi pian piano le cose sono cambiate e ho cominciato a studiare, leggere, approfondire tramite corsi di formazione e ho scoperto che esisteva tutto un altro modo di fare agricoltura, più sano e in linea con i principi della natura.  

Grazie al mio background ho appreso velocemente nuove tecniche e ho potuto finalmente scardinare le basi di quella che era stata pensata e costruita come un’azienda agricola “del passato”. Ancora oggi ci sono i filari, che ho mantenuto per motivi logici (rifare tutto avrebbe comportato un dispendio economico altissimo) ma tutto il resto è capovolto: ora regna la biodiversità (e chissà, magari un domani anche i filari spariranno)!

Ci sono tantissime colture e specie, diverse tra loro, e non si punta più sulla quantità di produzione ma sulla qualità, che ogni giorno cerchiamo di innalzare con procedure innovative per potenziare un’agricoltura sempre più naturale e biologica, che va ben oltre la certificazione.

Ad esempio utilizziamo abitualmente il sovescio e abbiamo eliminato completamente i concimi, mantenendo solamente letame di vacca che proviene da un’azienda molto vicina o compost biodinamico. Non usiamo trattori né lavoriamo il terreno (tecnologia “no dig”, dall’inglese no-digging ovvero “senza scavo”) e per aumentare la fertilità del terreno usiamo preparati fatti in casa, come l’ortica sminuzzata o la polvere di roccia, cercando di cambiare prospettiva e andare da ciò che può difendere la pianta verso quello che invece può renderla più forte».

«Frutta e ortaggi stagionali – aggiunge Sara – qui la fanno da padroni: fragole, ciliegie, pesche nettarine, albicocche, mele, melograni, fichi, more, piselli, scalogno, aglio, pomodori, fave, insalata…  Ma non solo, abbiamo integrato anche gli animali e ora abbiamo con noi una cinquantina di galline, che vivono all’interno di un pollaio mobile (utilissimo visto l’importante ruolo ecologico delle galline e perfetto per essere spostato all’interno dei frutteti e dei vigneti), api che piroettano felici tra un fiore e l’altro e si riposano nelle arnie per regalarci il loro magnifico miele, lombrichi che ogni giorno nutrono la terra e qualche papera, con la speranza di poter accogliere presto anche le mucche, animali fondamentali per ogni azienda agricola, come diceva Rudolf Steiner».

E chi sceglie i vostri prodotti, in che modo può acquistarli? Avete una bottega oppure ci sono altre possibilità per assaggiare le vostre prelibatezze?

«Così come cerchiamo di diversificare la produzione – sottolinea Daniele – diversifichiamo anche i canali di vendita. Lo facciamo sia per offrire diverse alternative ai clienti sia per tutelare il nostro lavoro ed essere il più indipendenti possibile da banche, sistemi assicurativi e consorzi, anche in caso di difficoltà.

Ecco perché oltre alla bottega che si trova qui, all’interno del Podere, e alla cooperativa di cui sono socio e alla quale conferisco una buona percentuali di prodotti, da quest’anno abbiamo creato una CSA, una comunità di supporto agricolo, per coinvolgere i nostri clienti in modo più attivo e collettivo, così da renderli sempre più partecipi all’attività agricola. Ma visto che le idee sono sempre tante, abbiamo anche iniziato una collaborazione con un gruppo di ragazzi giovani e intraprendenti che hanno creato una piattaforma, Biorfarm, in cui è possibile adottare un albero, con l’obiettivo principale di fare rete tra consumatori e produttori, dove chi adotta un albero riceve a casa i frutti che produce. È un’idea davvero grandiosa a parer mio ed è un piacere farne parte: in primo luogo, aiuta le piccole realtà contadine locali diventando un supporto alla produzione, e inoltre permette agli agricoltori di interagire tra loro, sostenendosi e scambiandosi informazioni preziose a vicenda».  

«La bottega è aperta il mercoledì e il sabato e viene gestita tramite prenotazione – continua Sara –  così non c’è nessun tipo di spreco e viene raccolto solo quanto richiesto. In questo modo possiamo garantire sempre un prodotto freschissimo (lo raccogliamo la mattina stessa)!

Stessa cosa vale per le cassette fisse con il raccolto della settimana che proponiamo ai soci della nostra CSA, così da offrire la massima qualità a chi ha scelto di sostenerci».

A proposito di CSA, vi va di spiegarmi bene in cosa consiste questo sistema di collaborazione e supporto? E come è possibile entrare a farne parte?

«I nostri sono da sempre stati clienti molto fedeli – racconta Daniele – e, quando abbiamo proposto loro di istituire insieme una CSA, si sono subito dimostrati curiosi e disponibili. Così, da novembre a febbraio abbiamo dato il via alle adesioni e, con un abbonamento annuale, i nostri consumatori sono divenuti consum-attori, diventando protagonisti e sostenitori diretti dell’attività produttiva.

Il principio è molto semplice: chi fa parte della CSA paga una quota all’inizio dell’anno e poi riceve ogni settimana frutta e ortaggi raccolti appositamente.

Anche in questo caso, niente sprechi e soprattutto si ha la garanzia di un prodotto fresco, genuino e biologico. In più, chi fa parte della CSA può interagire direttamente con l’agricoltore, visitando l’azienda e nel caso fosse interessato, partecipando alle attività di produzione o raccolta».

«Questo favorisce tantissimo l’aspetto comunitario che si sviluppa attorno all’azienda – aggiunge Sara – perché l’amicizia, la fiducia e il legame che si instaurano rigenerano le relazioni: in questo modo ci si sente più vicini gli uni agli altri, più forti e consapevoli.

Credo veramente che la CSA sia il prolungamento del nostro modo di fare agricoltura: si mettono in pratica tante tecniche per rigenerare il terreno e allo stesso modo occorre farlo con le persone, rigenerando le relazioni.

Si rieduca la comunità che inizia a svincolarsi dalle dinamiche tradizionali di mercato: in tanti hanno smesso di andare al supermercato perché si sono resi conto che, conoscendo direttamente chi coltiva il cibo portato in tavola, i benefici sono tantissimi: oltre i costi, che considerati in un’ottica di bene comune sono inferiori, la qualità della materia prima non è neanche paragonabile a quella proposta dalla grande distribuzione. Ma non solo, la CSA potrebbe essere la soluzione per i giovani agricoltori che ad oggi non riescono a partire per la troppa paura di fallire: sappiamo tutti che l’investimento – e il rischio – nell’avviare un’azienda agricola è altissimo ma in questo modo, con l’aiuto della comunità, ci si garantisce un’entrata iniziale che permette a una piccola azienda di crearsi un reddito, anche se esiguo, e portare avanti la produzione, crescendo man mano nel tempo».

Vi faccio un’ultima domanda: come vedete il vostro Podere Cimbalona tra qualche anno?

«Sai, come ti dicevo prima le idee sono tantissime e molte di queste, per fortuna, sono già in cantiere – afferma Daniele e prosegue – presto ad esempio partiremo con progetti di woofer, dove chi vorrà potrà collaborare direttamente sul campo, per apprendere e mettersi in gioco.

C’è però un sogno nel cassetto che ci sta particolarmente a cuore: vorremmo diventare una comunità educante, un punto di riferimento per tutti coloro che vogliono avvicinarsi a un’agricoltura prettamente naturale, l’unica secondo noi veramente sostenibile nel tempo.

Io ho sempre avuto una grande passione per l’insegnamento e vorrei tanto poter condividere le mie conoscenze ed esperienze con chi vuole immergersi in questo meraviglioso mondo.

Sento dentro di me la responsabilità di dover trasmettere ai giovani e alle prossime generazioni un tipo di agricoltura nuovo, l’agricoltura del futuro, quella a misura d’uomo e di natura».


Per maggiori informazioni:

Indirizzo: Faenza, Via Basiago 64

Whatsapp: 329 074 9407

Email: podere.cimbalona@gmail.com

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Dettagli La Redazione

La redazione di Vivi Consapevole in Romagna.