Ragazzi che viaggiano e lavorano all’estero

Ragazzi che viaggiano e lavorano all’estero

Per crescere e imparare a guardare il mondo con occhi nuovi

Andrea Lombardi

Per alcuni potrebbero sembrare solo viaggi, ma se poteste vedere il cambiamento che fanno gli studenti dopo tre, quattro settimane di lavoro all’estero capireste quanto il nostro lavoro sia importante: passare un periodo lontano da casa, studiando, lavorando e vivendo in un paese diverso da quello in cui si è nati è il miglior modo per prepararsi non solo al mondo del lavoro, ma al proprio futuro. Ogni giorno mi rendo conto della potenza che ha a che fare questo tipo di esperienza, specialmente quando sei ancora un adolescente. Di quanto possa aprire la mente, aiutarti a crescere sia umanamente che professionalmente. Oggi che viviamo in un mondo in cui le relazioni con l’estero, economiche, politiche e non solo, sono quotidiane, oggi che sapere l’inglese o un’altra lingua oltre all’italiano è fondamentale, oggi che si guarda allo “straniero” come a qualcuno di diverso, beh, oggi il nostro lavoro cresce di importanza, giorno dopo giorno.

Abbiamo un obiettivo, molto ambizioso, ma che ci spinge a migliorarci continuamente: vorremmo che un giorno, magari non troppo lontano, tutti i ragazzi europei, grazie ai progetti Erasmus+ finanziati dall’Unione Europea, possano fare un’esperienza di studio o lavoro all’estero.

Oggi solo una piccola parte degli adolescenti può farlo, a causa di risorse limitate e di alcune criticità. Siamo sognatori? Forse, ma quando eravamo in un piccolissimo ufficio e ogni anno gestivamo progetti per un centinaio di studenti, avevamo l’obiettivo di raddoppiare, triplicare, quadruplicare i nostri numeri. Oggi grazie a Uniser e alla sua rete di partner, in Italia e in tutta Europa, oltre duemila studenti possono fare progetti di mobilità internazionale per l’apprendimento. La strada è ancora lunga, ma l’entusiasmo non ci manca.

L’importanza di fare esperienze lavorative all’estero

Oggi il mercato italiano, in quasi tutti i settori lavorativi, non basta più alle aziende. Tutti guardano “fuori”, la parola d’ordine è “internazionalizzazione”. Ma prima di farlo, prima di iniziare a lavorare con un paese straniero è bene conoscerlo, dal punto di vista culturale, linguistico e professionale. Come operano fuori dai nostri confini nel settore in cui si è scelto di lavorare? Quali sono le aspettative, le prospettive e le differenze rispetto all’Italia? Come ci si approccia a persone che hanno usi, costumi e abitudini diversi dai nostri? Lo shock culturale andando in Spagna può essere considerato minimo, ma nella vita lavorativa, ogni piccolo particolare cambia le dinamiche professionali.

Un ragazzo che va a lavorare in un paese europeo ha possibilità di studiarlo a 360°, partendo dal cibo per arrivare ai diversi aspetti della vita aziendale.

Perché i progetti siano il più possibile ottimizzati, perché le aziende in cui i giovani vanno a lavorare all’estero siano il più possibile adatte alle loro esigenze e affinché i fondi dell’Unione Europea siano spesi al meglio, noi lavoriamo con le scuole e gli enti di formazione. Li aiutiamo a scrivere progetti che poi gestiamo dalla A alla Z: selezioniamo gli studenti che partiranno, troviamo l’impresa giusta in cui lavoreranno, e gestiamo logisticamente il loro soggiorno all’estero, dai pernottamenti agli spostamenti. Questo grazie anche a una fitta rete di aziende come Uniser che operano in Spagna, Francia, Inghilterra, Polonia e così via. Non aiutiamo solo i ragazzi italiani ad andare all’estero ma anche gli studenti stranieri a venire a lavorare e studiare in Italia.

Ragazzi che tornano cresciuti

Sono tanti i ragazzi che ogni anno lavorano e si formano a migliaia di km da casa. Tornano arricchiti professionalmente, linguisticamente e culturalmente. Sono esperienze di tirocinio, sì, ma sono soprattutto esperienze di vita che, a volte, si trasformano in trampolini: è capitato che ai ragazzi venissero proposte vere e proprie offerte di lavoro o periodi di tirocinio retribuito durante il periodo estivo, come è successo quest’estate per un ragazzo spagnolo che è stato richiamato dal centro estivo Pianeta Estate per fare l’animatore ai bambini. Capita anche che i ragazzi vengano qua già con un percorso formativo importante alle spalle e chiedano specificatamente di poter lavorare in una data azienda che loro stessi hanno selezionato, questo è il caso di due ragazzi tedeschi che ci hanno chiesto di poter lavorare alla Fattoria dell’Autosufficienza. Loro sono una coppia di ragazzi appassionati di agricoltura naturale che hanno soggiornato e lavorato alla Fattoria per 3 settimane e sono stati molto grati con noi per la bellissima esperienza che hanno vissuto.

Quando i ragazzi tornano dalle loro esperienze sono diversi. Diversissimi. Per molti di loro (considerate che spesso hanno sedici, diciassette e diciotto anni) è la prima volta lontano da casa, genitori e amici: devono per forza responsabilizzarsi, imparare a cucinare, a fare la spesa, a prendere un autobus chiedendo informazioni in una lingua che non parlano perfettamente. Arriveranno in azienda e dovranno confrontarsi con colleghi diversi da loro, con cui spesso parlano un inglese alle prime armi… Banalmente? Anche solo mangiare piatti che non hanno mai assaggiato prima. In una parola: crescono. Dal punto di vista personale, lavorativo, umano e linguistico. Tutto questo in meno di un mese.


Andrea Lombardi

Ormai dieci anni fa arrivava a Parigi per un’esperienza nel settore della mobilità formativa per l’apprendimento. Qui non solo si innamora di questo mondo, ma conosce Elena, una sua futura socia. Al ritorno dalla Francia in poche settimane coinvolge anche Enrico e Alberto in un progetto decisamente visionario. Un progetto che si chiama Uniser e che oggi conta dieci soci e quasi trenta dipendenti. Oggi, anche grazie a Uniser, ciò che informalmente chiamiamo “Erasmus per gli studenti delle scuole superiori” è una realtà solida e in grande crescita in tutti i paesi d’Europa.

Per maggiori informazioni:

www.uniser.net

segreteria@uniser.net

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La redazione di Vivi Consapevole in Romagna.