La Redazione
Una delle cartoline più belle della Romagna arriva da un piccolo borgo in provincia di Rimini, che sorge a 583 metri sul livello del mare chiamato San Leo. Definita da Umberto Eco “la più bella città d’Italia” e citata da Dante nella Divina Commedia, San Leo racchiude storie e miti tutti da scoprire. Si tratta di un borgo molto ben conservato ad oggi, che merita una visita da parte di chiunque passi dalla Romagna. È un luogo avvolto dalla storia dei personaggi che da lì sono passati e che richiama turisti e gente di passaggio per una visita all’insegna dell’alchimia e del mistero. Anche per i romagnoli che conoscono bene San Leo, è sempre un piacere ripercorrere le sue vie. Il borgo è dominato da una grande fortezza, ricca di storie e luoghi da riscoprire. Una delle sue caratteristiche è di essere costruita su un masso roccioso invalicabile, al quale si accede solo attraverso un’unica via ritagliata nella roccia.
La fortezza di San Leo
Maestosa fortezza, da qualsiasi parte la si guardi. Alzando gli occhi al cielo, svetta in cima alla roccia. Costruita su uno sperone inaccessibile, è il simbolo della creatività umana immersa nella bellezza circostante della natura. Già i Romani capirono quanto fosse strategico quel luogo, creando una prima fortificazione che fu contesa poi nel tempo da diversi popoli tra cui Bizantini, Goti, Franchi e Longobardi. Per un breve periodo, proprio a opera dei Longobardi, San Leo fu proclamata capitale d’Italia. Passato il periodo medievale, la fortezza fu riadeguata per ospitare un carcere di ospiti illustri. Tra le sue mura, provarono l’esperienza della prigionia alcuni fra i più abili pensatori che fecero la storia dell’Italia, come Felice Orsini e il famoso alchimista chiamato Alessandro, conte di Cagliostro.
Il mito di Cagliostro
La fortezza di San Leo sussurra la sua storia ed è una storia fatta di mito e cronaca, fuse insieme nella cella dove Cagliostro fu sepolto vivo dall’Inquisizione. Come poteva morire Cagliostro, l’uomo che aveva distillato l’elisir di eterna giovinezza? Fu torturato e affamato per 4 anni, all’interno della Fortezza di San Leo, faceva paura Cagliostro “l’impostore”, amico degli spiriti maligni (così diceva la Chiesa). Fu proprio lui che rinchiuso nel 1785 nella Bastiglia, non solo ne era uscito dimostrando la sua innocenza, ma ne aveva predetto la caduta del 1789. È il 1790: gli atti del Tribunale dell’Inquisizione lo disegnano come un un mago della truffa, un massone eretico. Cagliostro viene arrestato il 27 dicembre 1789 a Roma. Dopo molti mesi di processo, il 7 aprile 1791, la condanna: pena di morte, commutata in carcere perpetuo da scontare in fortezza. “La sepoltura ecclesiastica”, così recita l’atto di morte, “gli è stata rifiutata. Il suo corpo è stato seppellito in cima a un monte, dalla parte in cui declina a ponente”. I giornali del tempo parlarono di assassinio, il cappellano del carcere di un colpo apoplettico. La sua fine, come la sua vita, resta avvolta nel mistero. Molti, da quel 26 agosto 1796, giurano di averlo incontrato ancora.
La torre civica di San Leo
Questa torre merita una visita all’interno, sia per l’esempio di architettura romanica che rappresenta sia per le leggende che la coinvolgono. Si narra che Cagliostro e altri celebri personaggi trascorsero parte del loro tempo all’interno della torre, lasciando tracce del loro passaggio. Non sempre la si trova aperta, ma periodicamente è possibile visitarla. Dall’alto, si gode di un panorama da togliere il respiro, che si affaccia sulle terre di Romagna.
Il duomo di San Leo
Il duomo di San Leo è la chiesa medievale più importante di tutto il Montefeltro. Sorge al centro del piccolo borgo, dove ogni angolo rappresenta una nuova scoperta. È la testimonianza arrivata a noi oggi che ci riporta indietro nel tempo, immersi nell’architettura romanico-lombarda. Esternamente tutta costruita in arenaria, la chiesa all’interno si presenta a croce latina con tre navate. All’ingresso meritano di essere menzionati i busti scolpiti di San Leone e di San Valentino.
Passeggiare per le vie del borgo
L’accesso al borgo è limitato a un’unica strada scavata nella roccia. Si può entrare in auto ma la passeggiata in salita, con il panorama attorno, merita la fatica spesa. Già entrando nel borgo, si respira un’aria di altri tempi, con piccole botteghe ai lati della strada e le classiche vie in stile medievale. Arrivati alla piazza principale, troviamo la fontana storica, punto di riferimento per abitanti e turisti che arrivano nella città di San Leo. In epoca medievale, al suo posto sorgeva l’Olmo della comunità di San Francesco. Accanto alla fontana, sorge la più antica chiesa di San Leo, chiamata La Pieve. Su piazza Dante, troviamo poi il Palazzo della Rovere e Palazzo Nardini. Dalla piazza, si sale su in alto dove svetta la fortezza. È bello girovagare anche tra le viuzze secondarie, fra le case degli abitanti, in rispettoso silenzio, osservando la magia di un’epoca passata che rivive ancora oggi in ogni ciottolo di strada che si percorre.
San Leo in pillole
Storia
Su un grande masso di forma romboidale con pareti a strapiombo sul suolo, sorge San Leo, una delle roccaforti più affascinanti della Romagna. L’antico nome Mons Feretrius è legato a un importante assediamento romano, sorto attorno al tempio consacrato a Giove Feretrio. Con certezza, si può affermare che dal III secolo costruirono una fortificazione sul punto più elevato del monte. Sul finire del III secolo arrivarono nel Montefeltro Leone e il compagno Marino, che diffusero il cristianesimo in tutta la regione, fino alla nascita della Diocesi del Montefeltro. Leone ne è considerato il primo vescovo. Sull’originario sacrario edificato dallo stesso Leone sorse la Pieve, dedicata al culto della Dormitio Virginis. L’edificio raccoglie intorno a sé il nucleo della città medievale. Più distante dall’agglomerato urbano, sorge la Fortezza. Attorno al 1631, con il passaggio sotto lo Stato Pontificio, la fortezza perse il suo carattere di arnese da guerra e fu adattata a carcere. Proprio tra le sue mura, venne rinchiuso l’eccentrico personaggio di Giuseppe Balsamo, conte di Cagliostro.
La ricetta di San Leo: tortelloni di San Leo
Per il ripieno:
- 1 kg di bietole
- 450 g di ricotta
- 100 g di parmigiano grattugiato
- Sedano
- Carota
- Cipolla
- un pomodoro maturo
- noce moscata
- sale e pepe.
Per il condimento:
- olio di Cartoceto (frontoio della rocca)
- formaggio di fossa.
Lessa le bietole, stringile e tritale. A parte rosola il sedano, la carota, la cipolla e unisci il pomodoro a pezzetti, cuocendo a fuoco dolce. Unisci questo sugo alle bietole e alla ricotta, amalgama il tutto in un unico composto, spolvera di noce moscata, sale e pepe. Chiudi il ripieno nella pasta a forma di tortellino un po’ grosso. Cuocere e scola la pasta, sistema in un sauté dove in precedenza hai messo l’olio; aggiungi il formaggio di fossa grattugiato grossolanamente, salta il tutto a fuoco lento.
- Il comune di San Leo conta circa 2.972 abitanti: 1.463 maschi e 1.509 femmine
- Altitudine: 583 m sul livello del mare
- Densità: 55,93 abitanti per km2
- Superficie: 53,14 km