Sabato 10 giugno ore 21
Ravenna Festival 2017
È un duetto acceso dal virtuosismo quello creato da Shobana Jeyasingh per Sororaj Subramaniam e Shailesh Bahoran – l’uno solista virtuoso di Bharatanatyam e l’altro stupefacente danzatore di hip hop – che si confrontano in Material Men redux in prima italiana a Ravenna Festival sabato 10 giugno (alle 21) al Teatro Alighieri.
In comune i due danzatori hanno le origini: i loro avi erano stati lavoratori a contratto, emigrati dall’India nel XIX secolo per lavorare nelle piantagioni. E la coreografia nasce proprio da questo “materiale”, intrecciando gli stili opposti dei due danzatori nel potente ritratto del loro incontro, dopo un percorso che ha attraversato il mondo.
Lo spettacolo è un nuovo tassello del percorso creato dalla coreografa indiana nel 2015 in sintonia tematica con i danzatori, e ora ampliato a serata intera e completamente rivisto presentato su musiche della compositrice australiana Elena Kats-Chernin, eseguite dal vivo dallo Smith Quartet, formazione di riferimento assoluto della Nuova Musica made in UK.
Di origine indiana ma attiva a Londra, dove è arrivata come danzatrice di Bharatanatyam per affrontare studi shakespeariani, Shobana ha esplorato fin dagli esordi le sue doppie radici, creando sinergie visionarie fra la tradizione della danza indiana e la contemporaneità metropolitana.
In Material Men redux il dialogo tra danza e storia di migrazione diventa metafora di attraversamenti di culture e identità.
“Migrare – spiega Jeyasingh – significa molto più che solcar mari sconosciuti in direzione di terre straniere”.
Così come per gli antenati di Subramanian e Bahoran, resta “il desiderio di mantenere un legame con ciò che ci si è lasciati alle spalle”, inevitabilmente compromesso da distanza e differenze.
Attraversare il kala pani, le indistinte acque nere dell’oceano, per i lavoratori del XIX secolo così come per gli immigrati di oggi “significava spezzare il legame con le strutture sociali e religiose connaturate alla geografia dell’India, ai suoi fiumi e montagne sacri. Una volta compiuta questa violazione, la perdita era irrevocabile”.
Material Men redux rielabora queste memorie attraverso il vissuto personale e artistico dei due solisti, all’inizio evocandone le biografie con una voce in sottofondo mentre dal buio i due emergono uniti da un sari dorato, sorta di sacco amniotico a testimonianza della comune origine. Il distacco per percorsi autonomi e paralleli si sviluppa con accenti contrapposti. Dialogo a due, dove l’impaginatura nitida che contraddistingue lo stile di Jeyasingh costruisce un mosaico affascinante di visioni e ritmi, raccontando della violenza, della perdita e, al tempo stesso, della capacità di ritrovare nuovi sentimenti di appartenenza.
Il passaggio in India di Ravenna Festival 2017 – iniziato con l’entusiasmante concerto di Junun – proseguirà con l’intensa tre giorni del Darbar Festival, un’immersione nella musica classica indiana e nella spiritualità del raga (dal 22 al 24 giugno), per concludersi sulle note del sitar di Anoushka Shankar (9 luglio).