Ecco l’asilo che vorrei!
A cura della Redazione
È molto bello scoprire che ci sono realtà nella nostra bella Romagna che stanno cercando davvero di cambiare le cose! Una di queste, che la Redazione di Vivi Consapevole in Romagna ha deciso di intervistare è Be Baby nido, il primo asilo nido bilingue a Cesena, che pensa e vive green. Lasciamo la parola a Sara e Licia che ci raccontano perché hanno deciso di creare questo nido d’infanzia innovativo, originale e diverso da tutti gli altri asili.
L’asilo che vorrei… Ora è realtà!
«Il nido Be Baby nasce nove anni fa con il desiderio di creare un ambiente ideale per accompagnare i bimbi nella crescita, collaborando e sostenendo le famiglie nel loro importante compito. L’obiettivo principale era ed è tutt’oggi coltivare una realtà che metta al primo posto il benessere del bambino, direzionando investimenti e scelte verso questa finalità. Per questo, specialmente negli ultimi anni, la nostra attenzione si è rivolta sempre più verso l’alimentazione biologica, la cultura del naturale, del riciclo e dell’educazione all’aria aperta.
Be Baby nido è una realtà piccola, con una sezione unica di circa 20 bambini e 4 educatrici che, attraverso l’osservazione e lo scambio, accompagnano i piccoli in un percorso verso l’autonomia e la costruzione di un sé capace e sicuro, in un clima di rispetto, incoraggiamento e fiducia.
Be Baby nido è una realtà in cammino: cerchiamo costantemente di migliorare e superare le abitudini e le nostre rigidità di adulti per incontrare le menti aperte, flessibili, libere da schemi dei bimbi, lasciandoci stupire. Cerchiamo di fermare i nostri gesti istintivi per lasciare spazio al “so fare da solo”».
Inglese e tanti giochi all’aria aperta
«L’inglese entra in tutto questo in modo semplice e naturale. Un’educatrice madrelingua parla, canta e gioca in inglese mostrando ai bimbi che esistono altri suoni con il quale dare un nome alle cose, proponendo attività che rientrano nel progetto educativo in collaborazione con le altre educatrici. I bambini all’interno della relazione con l’educatrice o durante il gioco riproducono spontaneamente i suoni che apprendono, cantando anche in inglese. Non ci sono né lezioni, né aspettative: è una possibilità, una proposta, di cui ogni bambino coglie quel che vuole.
Oggi molte risorse sono direzionate anche sul giardino: abbiamo l’orto aromatico, gli alberi da frutto, una casetta in salice dove nascondersi o leggere un libro, tronchi per sedersi all’ombra del ciliegio o per salire e sentirsi “in altooo”. Qui ci si diverte anche a correre sotto una fine pioggerella con gli stivaletti, andare a caccia di lumache o giocare con il fango.
C’è bisogno di spazio, di tempo e lentezza per lasciare che il bambino costruisca la sua autonomia, che ben contrasta con i ritmi frenetici della nostra società
Non ci sono giochi impostati o lavoretti da “ben fare”, ma tutto viene vissuto attraverso la scoperta dei materiali e l’esperienza di essi. Anche i materiali di recupero trovati nelle case possono diventare “gioco”. Da uno a tre anni tutto è scoperta: il profumo di un’arancia, la consistenza della terra bagnata, il sapore pungente di una spezia o il colore vivace dei fiori in primavera. La natura e l’alternarsi delle stagioni ci mettono a disposizione tanti prodotti e colori naturali con i quali lasciare una traccia sul foglio o da aprire, assaggiare, odorare, creare».