Scopriamo insieme la Scuola Steineriana di Savignano sul Rubicone
Intervista a Jacopo Possamai a cura di Romina Alessandri
Ciao Jacopo, mi fa piacere intervistarti e capire meglio, insieme a te, le particolarità della Scuola Steineriana che avete fondato a Savignano Sul Rubicone. Vuoi parlarci di come è nata questa idea e come si è concretizzata?
Ciao Romina, tutto è nato dal lavoro di un gruppo di persone della zona che, animate dal desiderio di fondare qualcosa che venisse dall’antroposofia per i propri figli, crearono un gruppo gioco ed un gruppo di studio… Poi bussai alla porta io, era luglio del 2018, davvero tardi per creare qualcosa entro settembre! Mi ero messo da poco in cerca di qualcuno per fondare una classe di primaria non troppo lontano dalle Marche, da cui provengo con la mia famiglia. Trovai questo gruppo coraggioso di genitori e a settembre riuscì a partire la pluriclasse anche a Savignano sul Rubicone!
Ci sono state difficoltà e soddisfazioni e oggi siamo già due maestri a reggere questa classe, più una terza maestra entrante con nuovi bambini! Stiamo nascendo pian piano come scuola Waldorf, affacciandoci nei rapporti con chi è già più avanti di noi, come la scuola Garagnani di Bologna che ci aiuta, e verso una relazione di fiducia con la Federazione Scuole Waldorf in Italia.
Tu sei un maestro di Scuola Steineriana e da diversi anni affianchi i bambini nel loro percorso di crescita. C’è qualcosa in particolare che è cambiato profondamente nei bambini in questi ultimi anni che vorresti raccontarci?
L’umanità è sempre in crescita e i bambini oggi sono molto diversi da come eravamo noi alla loro età e anche dai bambini solo di 10 anni fa.
Li vedo, li osservo e ogni giorno arrivano molto più tesi verso l’attenzione esteriore, il mondo e verso una comprensione intellettuale e perfino tecnica di esso.
Nella mia esperienza ho visto sempre aumentare questa tendenza negli anni. Oggi il processo è talmente forte: vi si è aggiunto un elemento di maggior nervosità e agitazione interiore che fa vedere nei bambini grandi anticipazioni sullo sviluppo, ma non sostenute da una maturità sufficiente sia fisica che energetica.
Questo fa perdere al bambino la percezione della tensione etico-morale della vita sociale e rende sempre più impegnativo l’insegnamento ma anche la genitorialità… Se ne potrebbe parlare a lungo.
Quali sono i principi fondanti della filosofia Steineriana, che sta alla base del sistema educativo che proponete?
È arduo cercare di essere esaustivi nel descrivere una pedagogia che forse non basterebbe una vita per studiare e comprendere appieno. Tenterò comunque di dare delle idee generali. Premetto che la base della pedagogia Steineriana è uno studio complesso da fare soprattutto sui tre libri fondamentali: Antropologia, Didattica e Tirocinio. Ma alle spalle della pedagogia vi sono gli elementi dati dalla “Scienza dello Spirito” che descrivono la costituzione fisica, anomica e spirituale dell’essere umano nel suo sviluppo.
Pur nascendo fisicamente, l’uomo, per tale scienza, ha uno sviluppo molto lungo che può essere sostenuto e aiutato fino ai 21 anni circa, dopo i quali può iniziare l’autoeducazione.
Da 0 a 7 anni si ha soprattutto lo sviluppo del “corpo minerale” o fisico, dai 7 ai 14 si sviluppa il “corpo vitale” che era in gestazione in quello della madre nei primi 7 anni. Poi dai 14 ai 21 circa si ha lo sviluppo del “corpo di passioni personali” che era anch’esso in gestazione precedente in quelli di entrambi i genitori (per questo sono tanto importanti come presenza archetipica tra i 7 ed i 14 anni!).
Il primo settennio vive nel principio “il mondo è buono”, il secondo settennio, quello della scolarizzazione, vive nel principio “il mondo è bello”, infine il terzo settennio ne “il mondo è o deve essere giusto”. Sul rispetto di quest’ultimo sentimento si fonda la pedagogia Waldorf.
Poi vi sono ulteriori differenze che caratterizzano ogni singolo anno dello sviluppo e su questi piccoli passi si basa la didattica anno per anno. Un altro principio fondamentale è l’insegnare senza applicare giudizi, senza sfruttare la leva della paura e della competizione, bensì solo con “amorevolezza”, come un genitore nei confronti del figlio.
Essendoci un solo maestro principale, il “maestro di classe” diventa una sorta di riferimento per la famiglia, che rimane una presenza costante, anche se durante gli anni della primaria si aggiungono sempre più maestri di materie singole, ad iniziare da quelli di lingue che devono essere madrelingua.
La maturità per affrontare la scuola è ritenuta molto importante e si valuta anche su basi fisiologiche: se la crescita è arrivata al punto di sviluppare un ritmo spondeo del battito cardiaco, se si cominciano a perdere abbastanza denti da latte, se si è raggiunto un equilibrio coordinato nella lateralizzazione destra/sinistra del corpo.
Si analizza anche la maturità nel comportamento sociale, come l’aver superato la modalità egocentrica che non vede l’esigenza altrui, tipica del bimbo più piccolo. Tutto questo è raro avvenga prima dei 7 anni d’età: ecco perché la scuola Waldorf inizia a 7 anni e non a 6 come nel nostro ordinamento statale.
Il ciclo scolastico è uno solo fino all’ottava classe, che sarebbe la terza media. Quindi la didattica ha uno sviluppo unitario fino a tale classe e non vi è quella ripetizione di temi tipica delle medie nostrane, dove appunto si ripetono cose a cui si era chiaramente giunti troppo prematuramente alle elementari, come la storia moderna. Avendo dunque un ciclo unitario la didattica non è costretta, come avviene nella pubblica, a correre per tutto il tempo facendo arrancare i bimbi per arrivare a chiudere gli argomenti entro la quinta classe. Inoltre i temi sono affrontati in concerto con le abilità del bambino, senza spingerli. Ad esempio si sviluppano una alla volta le modalità di scrittura e non contemporaneamente: in prima il maiuscolo, in seconda il minuscolo ed in terza il corsivo che, in questo modo, vengono ben sviluppati senza incertezze, lasciando ai bimbi la possibilità di utilizzarli a piacere!
Come si svolge una giornata alla scuola Waldorf?
Andiamo per gradi: intanto abbiamo un ritmo quotidiano di attività che inizia con una parte di movimento ritmico insieme, con recitazione di poesie, filastrocche, tabelline e quant’altro si voglia mandare a memoria. Poi c’è la parte detta di “epoca” dove si affronta, per circa 28 giorni consecutivi, una delle materie principali (questo per favorirne l’assimilazione profonda), poi una pausa di gioco lunga, perché il gioco è educazione sociale, e infine le materie di lavoro manuale, musica o lingue straniere.
Le materie si sviluppano tutte insieme, ogni anno, su diversi temi principali:
- In prima sono temi simili al nostro asilo, le fiabe tradizionali, le immagini delle stagioni e della natura ancora dotata di vita e coscienza, lavori che seguono un principio di “sperimentazione” sui materiali più che per ottenere un vero risultato finito.
- In seconda vi è già un salto e il bambino comincia ad allontanarsi dal “bravo bimbo innocente” che era sempre stato. Così la sua furbizia diventa un dialogo interiore per lui, tra due nature umane. Per questo il tema dei racconti diventa doppio: leggende dei santi antichi (parte interiore elevata e pura) e le favole degli animali (parte furba e meno elevata, che subisce sempre conseguenze). I lavori cominciano a prendere una vera direzione di ricerca del “bello”.
- In terza vi è un momento molto delicato e importante di maturazione (siamo sui 10 anni) chiamato “Rubicone” perché il bambino per la prima volta si sente alle spalle l’infanzia e prende un atteggiamento “adulto” su certe cose, come la preoccupazione sulla salute dei genitori o sulla morte in generale. In tale momento si comincia un vero e proprio studio “storico” partendo da un lato con la geografia, che ha un ruolo importante di unione di tutte le materie, e dall’altra la storia del popolo che ha sofferto di più ma che è anche stato il primo nella storia a sviluppare un pensiero intellettuale ed una storia cronologica: il popolo ebraico. Tale popolo manifesta anche una forma altissima di sapienza per cui si affronta il libro della “Genesi” come primo studio mitologico. Molto importante è sviluppare la fiducia nelle proprie forze e ciò si aiuta con il tema dei “mestieri dell’uomo” facendo sperimentare e vedere più mestieri artigiani possibile.
- In quarta diventano tutti dei coraggiosi e nasce una certa “irruenza”… Ecco che il tema diventa la “mitologia nordica” con tratti molto guerreschi e marziali che si riflettono anche su attività di movimento ritmico più marziale degli altri anni. Nelle poesie da recitare a memoria si comincia a perdere la rima e si entra nello sperimentare assonanze e allitterazioni. I lavori manuali ormai mirano a veri e propri “progettini” artigianali coi ferri o cuciti o all’uncinetto (non sono ritenuti mestieri femminili, tutti li fanno e li imparano!). Qui inizia anche lo studio, ancora in forme artistiche e descrittive, di antropologia e zoologia in un quadro assolutamente non darwinistico! L’uomo è descritto come un genere a sé stante. Qui si potrebbe aprire un discorso enorme tra approccio scientifico goetheanistico, quale il nostro, e quello darwinistico attuale, ma sarebbe troppo lungo parlarne in modo approfondito.
- In quinta si entra ormai nella vera e propria mitologia, ripercorrendo tutte le leggende di ogni cultura in ordine di sviluppo storico (India, Persia, Mesopotamia, Egitto) e finendo con la Grecia, dalla quale poi ha origine la storia cronologica come noi la studiamo modernamente. Qui si ha un ulteriore sviluppo in ogni materia, nella musica specialmente e nella scienza con la botanica.
- In sesta si arriva alla storia romana, si fa agricoltura e scultura in modo più approfondito, si comincia l’intaglio del legno, storia dell’arte, mineralogia… E molto altro.
- In settima si affronta il grande tema del rinascimento e ci si avvicina alla modernità e a temi come la chimica.
- In ottava si giunge alla contemporaneità con lo studio della fisica, magnetismo e tecnologia. Come si vede la storia ha un suo sviluppo organico antropologico che ripercorre le tappe della storia umana come esse si sono succedute, con il rispetto per il modo di vedere dell’umanità in epoche passate, senza revisionismi “scientifici” del “senno di poi” (che va tanto di moda oggi).
Guardando nello specifico alcune materie, nella matematica ad esempio si procede molto lentamente affinché le basi siano più sicure e solide e i processi delle quattro operazioni siano affrontati per quello che è la loro natura: una trasformazione di una stessa azione di calcolo che muta a seconda del bisogno, legato alla pratica della vita.
Ogni insegnamento è inizialmente portato al bambino attraverso storie immaginative, vicende dalle quali, teatralmente, si estrarranno alla fine gli elementi didattici. Così ad esempio le lettere nascono da una fiaba in cui un personaggio vive la creazione delle lettere dal proprio vissuto, come se fosse il primo che le ha scoperte.
Ogni materia si sviluppa in primis da questo tipo di racconto, poi si fanno dei disegni su esso e soltanto il terzo giorno si estrae qualcosa di didattico da scrivere sul quaderno principale.
Tale ritmo dei tre giorni serve per usare la “memoria del sonno” cioè far sedimentare ciò che si è ascoltato per poi esercitare il ricordare, l’estrarre di nuovo il giorno dopo quelle cose.
Così si aiuta il bambino a mantenere un respiro libero, a non sentirsi oppresso e a imparare senza fatica: tutti principi fondamentali della pedagogia Waldorf.
La pedagogia Steineriana in Italia riceve sempre più consensi e sono molte le famiglie che cercano un’educazione scolastica di questo tipo. Eppure nel tempo ha ricevuto anche critiche, vuoi parlarci di questo aspetto e di come “rispondete” a chi vi porta dubbi e teme i limiti di questa pedagogia?
In parte ho cercato di rispondervi già nella spiegazione dei suoi principi. In effetti la cosa più difficile per le persone oggi è avere fiducia nei propri figli verso il futuro e fiducia negli insegnanti soprattutto se artisti, come nel caso di quelli Waldorf. Si hanno spesso paure che vengono dall’incertezza della società e anche magari da esperienze personali a scuola…
Spesso gli insegnanti Waldorf si trovano a dover aiutare interiormente più i genitori che i figli. Altre volte le critiche sono invece da parte di insegnanti pubblici o privati che si trovano spaesati nell’approccio Steineriano, in tal caso è chiaro che questa pedagogia va scelta come percorso di crescita e non è scontato che chiunque ci si ritrovi.
Infine ho nominato prima il tema dell’approccio non darwinistico, ossia goetheanistico, della “Scienza dello Spirito” antroposofica. Questo è un confronto tra visioni del mondo, tra materialismo imperante e tentativo di fondare un movimento che riesca a superare quei “limiti della conoscenza” di kantiana memoria che ancora sottomettono il mondo della cultura.
La Scienza dello Spirito vede la natura come “indizio” di un mondo più ampio che non vediamo solo per nostra mancanza di strumenti percettivi ancora sviluppati. Tale scienza è appena nata ed è ciò che si presenta al mondo come “Antroposofia”.
Ma come ogni scienza, prima di criticarla andrebbe studiata. Come può criticare la matematica uno che non ha nemmeno cominciato a studiarla?
Dott. Jacopo Possamai
Veneto di origine, cresce frequentando Asilo e Scuola Waldorf di Oriago. Diplomato magistrale, svolge diversi lavori da studente e si laurea in Filosofia a Ca’ Foscari (Ve) e prende il diploma di maestro di classe di scuola steineriana presso l’Accademia Aldo Bargero di Oriago. Insegna tre anni presso la scuola steineriana di Reggio Emilia, trasferendosi poi nelle Marche dove fonda diversi gruppi che conducono alla creazione di progetti scolastici Waldorf. Incontra, infine, un gruppo di genitori con cui fonda la Scuola Steineriana parentale a Savignano sul Rubicone nella quale attualmente è maestro di pluriclasse. Nelle Marche si occupa ancora della campagna di famiglia.
Io allevo galline da compagnia, la cosa può interessare?
Si possono avere i contatti?
Ciao Annalisa, ti abbiamo risposto sulla tua email (dalla mail info@viviconsapevoleinromagna.it) con i dettagli della tua richiesta. Grazie mille per l’interesse e un caro saluto.
Mi scuso ma non ho ricevuto la mail con i contatti come mi è stato scritto…oppure l’ho inavvertitamente cancellata !? Possiamo fare un altro tentativo? Ci terrei tanto! Grazie! Annalisa B
Ciao Annalisa, grazie di averci contattati.
Come ultimo loro contatto (ti parlo di qualche anno fa) visto che l’insegnante intervistato non fa più parte del team, ci hanno detto di fare riferimento alla parafarmacia di San Mauro ->
https://www.facebook.com/Giardino-DEI-TIGLI-1440914765923101/ chiedendo di Simona o Romina.
Sperando di esserti stata d’aiuto, un caro saluto e una buonissima giornata.
Posso avere il contatto? Grazie