Alla scoperta dei fiumi più belli della nostra Romagna
Va in te fiom (traduzione letterale: vai nel fiume), in dialetto romagnolo viene utilizzato spesso come intercalare per sminuire qualcuno o qualche concetto…
Può essere simile a “lascia perdere” oppure “vai a fare un giro” e tutto quello che c’è di simile. Ma questa volta il mio “Va in te fiom” è un vero e proprio invito a visitare le meraviglie naturali che la nostra terra ci offre e andare alla scoperta dei fiumi più belli della Romagna!
Mi viene spontaneo parlare della vallata in cui vivo e del fiume che le scorre in mezzo, il fiume Montone. Da qui il nome di “Vallata del Montone” che va da Castrocaro fino al passo del Muraglione passando per Dovadola, Rocca San Casciano, Portico, Bocconi e San Benedetto in Alpe. Il Fiume Montone in particolare nasce dall’Alpe di San Benedetto presso il passo del Muraglione e confluisce nei pressi di Ravenna, dopo un percorso di circa 76 Km, nel Fiume Ronco formando i Fiumi Uniti.
Tempo fa, quando iniziai a frequentare il fiume nelle zone più belle della vallata da Rocca San Casciano in su, era molto diverso perché non si incontrava mai tanta gente ed era molto più facile passare delle giornate in solitaria, completamente immersi nella natura senza alcun tipo di distrazioni.
Oggi i fiumi sono mete sempre più conosciute e frequentate e, certi posti nei periodi estivi, sono spesso affollati, soprattutto durante il weekend. Da un certo punto di vista è molto bello che più persone possano apprezzare questi ambienti: passare del tempo circondati da bellezze naturali porta davvero tanti benefici! Da altri punti di vista potrebbe diventare un problema: le persone non sono sempre rispettose del territorio e lasciano tracce dei loro appostamenti – e a volte della loro maleducazione.
Direi che un pochino in più di sensibilità e rispetto per il territorio non farebbero male! Ricordo che un amico fece un cartello con su scritto: “Il fiume ringrazia se lasciate pulito”. Il cartello si trova ancora là e speriamo che possa servire.
La magia del fiume Il fiume è uno degli ingredienti che più mi piacciono della nostra stretta vallata. Fin da bambino ho saputo apprezzarne la magia, anche perché l’ho sempre sentito scorrere dietro casa: a Dovadola il fiume passa parallelo alla via XXV aprile, la via dove ho abitato, sono cresciuto e dove ancora oggi c’è il laboratorio del forno “Nel Nome del Pane”, in cui lavoro assieme alla mia famiglia.
Il fiume, dicevo, mi ha sempre affascinato e mi piaceva passarci tanto tempo quando ero ragazzo, ci andavo a pesca o a fare il bagno e diverse volte ci fermavamo a mangiare, cuocendo qualche salsiccia sul fuoco. Mi è capitato anche di dormirci, in tenda, l’ultima volta circa 6 anni fa: ricordo che io e Federica eravamo anche con il piccolo Matias che non aveva ancora compiuto l’anno.
Dovadola e il fiume Montone In questo numero che racconta le meraviglie “in zir par la Rumagna”, non posso fare a meno di parlare del mio paese, Dovadola, sito nelle prime colline che s’incontrano quando si imbocca la vallata del Montone e si va verso Firenze. Situato quasi al centro della Romagna, Dovadola è stata per molti anni terra di confine fra lo Stato Pontificio e il gran ducato di Toscana. Un paese che oggi ha soltanto circa 1600 abitanti e che ha visto, negli ultimi decenni, un importante calo demografico (negli anni venti eravamo circa 4000). Dovadola è anche conosciuta come “Duo Vadora”, così chiamata per i due guadi sul fiume Montone che attraversa il paese.
Fra i ricordi più belli della mia gioventù ci sono sicuramente le giornate passate al fiume con gli amici. Probabilmente non ne ero del tutto consapevole ma già amavo stare a contatto con la natura e la sua essenza.
Oggi il fiume non ha più la stessa portata d’acqua di 20-25 anni fa e non è più consigliato farci il bagno ma salendo su, per la vallata dopo Rocca San Casciano, il fiume è più pulito e ci sono molti posti per fare il bagno e passare bellissime giornate al fresco, ombreggiati dal bosco e cullati dal rumore dell’acqua che scorre.
I Gorgoni: dove l’acqua è più fresca
Uno dei miei posti preferiti, dove ho passato tantissimi pomeriggi estivi, è i “Gorgoni”. Ora ci vado con i miei figli e sinceramente ogni volta mi emoziono un po’.
Mi fa immensamente felice vedere quanto si divertono: vederli girare scalzi, a contatto con la terra e l’acqua, vederli arrampicare e farsi tutto il sentiero a piedi senza fare storie, anzi facendo gara a chi arriva prima in vetta, ogni volta mi riempie il cuore di gioia!
A proposito, c’è un sentiero abbastanza ripido che porta al fiume che fa un po’ di “selezione”. Nel senso che non è un posto dove si può andare con le borse frigo, i lettini e gli ombrelloni: in discesa si rischia di scivolare (ne ho già visto qualcuno), in salita si fa la lingua lunga, soprattutto se si è carichi di attrezzature varie. Per chi vuole avere tutte le comodità “per fortuna”, c’è l’esatto opposto: la riviera adriatica. Spiaggia liscia, bar, lettino, sdraio, ombrellone e tutte le altre necessità possibili e immaginabili, comprese quelle inimmaginabili (scusate la mia ironia ma la nostra riviera non è proprio il luogo in cui amo andare a rilassarmi). Non sono il tipo che ama tanto stare steso sul telo a prendere il sole o a riposare senza far nulla.
Ai Gorgoni è il rumore delle cascatelle a farla da padrone! È un posto per me magico e davvero unico dove l’acqua, oltre ad essere pulita è molto fresca, e ogni volta riesce a rigenerarmi.
La cosa che mi piace di più di questo posto è proprio l’acqua. Sembra un po’ scontato, essendo al fiume, ma in realtà buona parte della gente che viene in queste zone non fa nemmeno il bagno perché l’acqua è troppo fredda. Io ci vado apposta!
Fin da quando sono piccolo ho sempre apprezzato molto di più l’acqua fredda rispetto a quella calda. Fare il bagno nell’acqua fredda del fiume mi ricarica incredibilmente e ora, con le conoscenze che ho accumulato sull’acqua e la sua energia, capisco ancor meglio il perché di questa mia attitudine. Ricordo addirittura che quando giocavo a calcio, dopo una partita, negli spogliatoi del Dovadola c’era una doccia che non funzionava: solo acqua fredda, freddissima! Ecco, quella era la mia doccia personale: tutti i miei compagni facevano la fila per farsela calda mentre io avevo una corsia preferenziale immediata, da agosto a maggio.
Un tuffo nella bellezza!
Ai Gorgoni il fiume scorre formando due grandi pozze, una consecutiva all’altra, alimentate da due belle cascate. Il tutto è contornato da una parete rocciosa altissima: se la guardi da steso sull’enorme lastrone che separa le due piscine naturali, sembra abbracciare e racchiudere in un cerchio questo splendido paradiso, facendoti sentire al sicuro da tutto. E di notte c’è un cielo che non vi dico: le stelle, tantissime, come non se ne vedono dalla città, fanno davvero commuovere.
Quando ero ragazzo c’era un rito per me molto importante: il tuffo del mulino. Oggi non è più fattibile perché purtroppo non c’è abbastanza acqua per buttarsi da quell’altezza ma ricordo che c’erano degli amici che si tuffavano anche di testa. L’ultima volta che ci ho provato ho camminato zoppo per due settimane e da quella volta ho capito che era il caso di sospendere il rito del tuffo.
Camminando su per il fiume per circa una ventina di minuti si raggiunge però il “Gorgo del diavolo”, una pozza profondissima chiamata così perché rimane in una zona sempre all’ombra del bosco. Qui c’è una corda legata a un albero, messa da non so chi, per potersi aggrappare e buttarsi in acqua proprio al centro della gorga. Questo posso ancora permettermelo, perché l’acqua è ancora alta: non si riesce a misurare la profondità del Gorgo del Diavolo, il fondale non si vede nemmeno nei periodi in cui il fiume è in massima secca. Dove c’è la cascata si vede che si è creato un canale sotterraneo che va dentro la roccia, a fianco. Spesso penso a come sarebbe bello poterne esplorarne l’interno per vedere cosa la natura è riuscita a creare.
Altre mete da non perdere: la Brusia e L’Acquacheta
Uno dei luoghi più suggestivi lungo il fiume Montone è la “Brusia” a Bocconi: una pozza che prende il nome dalla cascata che lo alimenta. Qui il fiume è scavalcato dal bellissimo e antico Ponte della Brusia.
Il fiume Montone nasconde anche altre sorprese: il fiume che nasce dal famoso passo del Muraglione ha tra i suoi affluenti il torrente dell’Acquacheta, dove poter trovare tanti altri posti molto interessanti, che vi consiglio di visitare assolutamente, per un bagno o anche solo per una bella passeggiata.
Autore
Fabio Cappelletti
Fabio Cappelletti è nato e risiede a Dovadola (FC), nelle prime colline dell’Appennino tosco-romagnolo. Da sempre è appassionato di boschi, fiumi, piante e tutto ciò che la natura crea. Le sue esperienze lavorative nel settore dell’allevamento industriale e in campo farmaceutico gli hanno dato la possibilità di capire di persona come funzionano certe tematiche, al giorno d’oggi. Di conseguenza, il suo processo naturale di crescita personale lo ha portato a cambiare il suo stile di vita. Fabio crede nel cambiamento e quotidianamente si impegna per realizzarlo. Da nove anni gestisce il Forno Biologico Cappelletti e Bongiovanni, l’attività di famiglia da due generazioni, panificando a pasta madre e utilizzando farine locali di grani antichi. Ha una grande passione che è quella di andare a cercare tartufi nelle nostre colline.
Bell’articolo perché si sente l’amore per i posti descritti.