Vi racconto la Mindfulness

Vi racconto la Mindfulness

Cos’è e come può aiutarci?

Eleonora Scarpellini

Oggi la parola mindfulness è entrata nel linguaggio comune e tutti ne parlano come panacea per stress e infelicità. Ma di cosa si tratta veramente?

In un mondo desideroso di soluzioni rapide e scorciatoie la mindfulness rischia di essere trasformata nell’ennesima pillola prêt-à-porter per il benessere. Eppure se siamo disposti a guardare più a fondo dietro questa parola si cela un insegnamento dalla storia millenaria e la possibilità di coltivare, con costanza, un modo diverso di stare nella vita.

La mindfulness: un po’ di storia

La parola mindfulness, in italiano consapevolezza, corrisponde al modo in cui abbiamo tradotto la parola sati proveniente dal pali, antica lingua con cui è stato scritto il canone buddhista. Sati significa non solo consapevolezza ma anche attenzione e comprende il concetto “tenere in mente di essere consapevoli”, con un atteggiamento di accettazione, mai giudicante. Alle radici della mindfulness si trova l’insegnamento di Buddha che raccontò la Via per raggiungere la cessazione della sofferenza.

La strada con cui questa antica Via ha incontrato l’Occidente si deve all’intuizione di Jon Kabat-Zinn che dopo una lunga pratica personale di meditazione vipassana e yoga si chiese come poter far arrivare i benefici da lui sperimentati a persone che stavano vivendo condizioni di sofferenza come il dolore cronico e che non erano motivate a entrare in un tempio buddhista. Nasce così nel 1979 il Center for Mindfulness – University of Massachusetts Medical School, all’interno del quale prendono forma i programmi di riduzione dello stress oggi noti come Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR). Da questo momento in poi la mindfulness incontra contesti medici e psicologici per aiutare un numero sempre più vasto di persone, offrendo uno spazio laico fuori dal contesto buddhista, pur continuando a riconoscerne la derivazione.

Il mio incontro con la Mindfulness

La parola chiave che si usa nella mindfulness è “curiosità”. Ci diamo la possibilità di coltivare un’attenzione curiosa e affettuosa nei confronti del nostro respiro, in questo momento, momento dopo momento. Ed è la curiosità che mi ha condotta su un aereo, più di dieci anni fa, diretto in India. In quel momento ero psicologa con le idee poco chiare sulla prosecuzione del mio percorso formativo e così mi presi una pausa per andare a visitare un luogo del Karnataka, Gokarna, dove ogni anno si svolge una festa sacra.

Il mio intento non era prettamente spirituale ma l’India è un luogo che non può lasciare indifferenti, è una terra che coltiva semi da cui possono nascere piante meravigliose, solo con un gesto. Quando sono tornata ho desiderato fortemente continuare a nutrire quei semi e ho cercato luoghi di pratica e conoscenza. Le prime sedute sullo Zafu (cuscino per la meditazione Zen) sono state un combattimento con postura, irrequietezza e mente vagante. Eppure, nonostante gli ostacoli, sentivo la motivazione a proseguire crescere, sentivo che qualcosa si era avviato. Dopo alcuni anni ho incontrato Corrado Pensa e Neva Papachristou, entrambi maestri di Dharma. Il sorriso di Neva, che mi ha accolto all’arrivo durante il primo ritiro con loro, resterà impresso nel mio cuore per sempre, come il sorriso della gioia e dell’accettazione senza giudizio. Oggi continuo a seguire il loro insegnamento partecipando a ritiri e corsi intensivi.

L’incontro con la mindfulness per me avviene successivamente a quello con il Dharma, quando all’interno del percorso di specializzazione in psicoterapia cognitivo-comportamentale ho seguito l’insegnamento dedicato al suo utilizzo in psicoterapia. Da questo percorso nasce “Il respiro – centro per la mindfulness”, con l’intenzione di condividere e portare la consapevolezza a beneficio di più persone, affinché ci sia un luogo dove chiunque ne abbia l’intenzione possa avvicinarsi alla pratica. Nel 2017, al progetto si è unita Francesca Micaela Serrani, anche lei psicoterapeuta, insegnante di mindfulness.

I benefici della Mindfulness nella nostra vita

Quando racconto la mindfulness, nascono la difficoltà che incontro è nel provare a concettualizzare qualcosa che non è un concetto ma un’esperienza: non la si può capire, la si può vivere e scoprire. La cosa che posso dire è che ti cambia la vita, tutta e completamente, perché completamente diverso è l’approccio che ti insegna. Quando mi prendo la libertà di osservare il contenuto della mente, nascono chiarezza e quiete. Quando mi accorgo di ogni momento in cui sta partendo una reazione abituale e automatica ma distruttiva, inspiro, mi radico alla terra, e attuo una pausa che mi consente di scegliere diversamente.

Dalla pratica della mindfulness nascono come fiori sintonia con il presente, saggezza in azione, libertà di scegliere, amore e accettazione autentica per noi stessi e gli altri, così come siamo, così come sono

Se ho più spazio vedo più chiaramente, se vedo più chiaramente divento più saggio, coltivo relazioni sane e profondamente ricche, scelgo nel bene mio e dell’altro. È un cammino di continua scoperta e conoscenza di noi stessi e della nostra interconnessione con gli altri. Quando conosco esco dall’ignoranza e questo mi apre nuove possibilità, nuovi orizzonti guidati da un motore completamente diverso: la consapevolezza.

In quella luce si vede tutto: i bei tesori che si è felici di aver riscoperto; gli angoli polverosi e dimenticati che fanno dire “sarà meglio dare una pulita”; i cimeli di un passato dal quale pensavamo di esserci liberati molto tempo fa. Li riconosciamo tutti, con una consapevolezza aperta, vasta e affettuosa

Sharon Salzberg –  Co-fondatrice dell’Insight Meditation Society  di Barre, Massachusetts

Cosa succede in una seduta  di Mindfulness

Quando ci incontriamo per praticare, come ogni mercoledì sera a Rimini, ci prendiamo sempre il tempo di arrivare. Sembra banale ma non lo è. Quando arriviamo in un luogo siamo ancora presi dalla modalità del “fare” da cui proveniamo dopo i molti impegni della giornata e il primo spazio è dedicato all’arrivo, a rendersi conto che siamo vivi, interi, insieme. Successivamente conduco la meditazione guidata di consapevolezza che può essere seduta sul respiro, oppure distesa con l’attenzione rivolta alle sensazioni del nostro corpo, oppure in movimento, con la meditazione camminata o lo yoga. Ogni pratica è volta ad “allenare” il ritorno all’oggetto di meditazione (respiro, corpo ecc.) tutte le volte che, inevitabilmente, ci troveremo altrove. Non si tratta quindi di “controllare” o “eliminare” i pensieri, questo non è possibile. Coltiviamo però un nuovo modo di starci, più aperti, non giudicanti e facciamo spazio. Alla fine ci prendiamo sempre un momento di condivisione libera e volontaria, non per giudicare come è andata ma per osservare ancora una volta cosa abbiamo visto. Il gruppo è forza e sostegno, rispecchiamento e unione, ci mostra la reciproca connessione. Non siamo isole ma oceano.


Eleonora Scarpellini

Psicologa, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, insegnante certificata di Interventi Basati sulla Mindfulness (MBSR – MBCT), docente Scuola Psicoterapia Cognitiva SPC, formatrice mindfulness. Meditante di tradizione Theravada. Conduce gruppi di pratica mindfulness, MBSR, ritiri e corsi intensivi di meditazione a Cesena, Rimini, Fano e Ancona. Per contattarla: www.ilrespiromindfulness.it  info@ilrespiromindfulness.it

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La redazione di Vivi Consapevole in Romagna.