Cos’è la voce e qual è il modo migliore per utilizzarla?
Vista la sua unicità, pari a quella di un’impronta digitale, oggi la nostra attenzione si focalizza su un elemento chiave per l’affermazione di noi stessi: la nostra “voce”.
Definita come il primo, imprescindibile e il più istintivo degli strumenti musicali, la voce svela il mondo interiore. Come un biglietto da visita, ci permetterà di dare l’immagine che desideriamo a coloro che ci circondano.
Il valore della voce
Essendo un veicolo di emozioni positive e negative molto potente, il suo uso è decisivo.
Se educata e modulata, la voce può essere persuasiva oltre che informativa. Può essere il mezzo con cui scatenare in chi ci ascolta uno stato emozionale molto forte con il fine ultimo di essere davvero ascoltati.
Come utilizzare la voce?
Innanzitutto, per essere coerente con il suo ruolo di veicolo delle emozioni, la voce non dovrebbe mai essere statica e fossilizzata sugli stessi andamenti di tono.
Esistono terapie che insegnano a respirare meglio e a rafforzare i muscoli della laringe, così da poter facilitare una tonalità variabile, arricchendo di sfumature la voce e potenziandone la profondità.
Le vibrazioni della voce, per essere convincenti, richiedono infatti un respiro calmo e profondo, così da conferire a questo strumento un tono chiaro, limpido e potente.
È proprio in questo modo che riusciremo, mantenendo la corrispondenza con il linguaggio del corpo e il linguaggio verbale, ad essere fieri della nostra voce, che diventerà sonora, più ricca di colore, armonica e con una gamma tonale più estesa e vibrante.
Sarà così che diventeremo ancor più riconoscibili e riusciremo davvero a corteggiare l’udito, conquistando l’attenzione di coloro che ci ascoltano.
Un piccolo aneddoto
Un giorno, un pensatore fece la seguente domanda ai suoi discepoli:
«Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?»
«Gridano perché perdono la calma» rispose uno di loro.
«Ma perché gridare se la persona sta al tuo lato?» disse nuovamente il pensatore.
«Bene, gridiamo perché desideriamo che l’altra persona ci ascolti» replicò un altro discepolo.
E il maestro tornò a domandare: «Allora non è possibile parlargli a voce bassa?»
Varie furono le risposte date ma nessuna convinse il pensatore.
Allora egli esclamò: «Il fatto è che quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano. Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare. Quanto più arrabbiati, tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l’uno con l’altro. D’altra parte, che succede quando due persone sono innamorate? Loro non gridano, parlano soavemente. E perché? Perché i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra loro è minima. A volte i loro cuori sono talmente vicini che neanche parlano, ma solamente sussurrano. E quando l’amore è più intenso non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi perché i cuori si intendano da sé».
Infine il pensatore concluse dicendo:
«Quando discuterete non alzate troppo la voce, non lasciate che i vostri cuori si allontanino, non dite parole che possano distanziarli di più, anzi, cercate di riavvicinarli. Fate in modo che i vostri cuori trovino sempre la strada per tornare e rincontrarsi. E se vuoi essere ascoltato, devi imparare ad ascoltare così da sapere vicino il tuo cuore all’altro cuore accanto a te».
A cura di Valentina Balestri